In occasione del 39° Congresso ECTRIMS (Congress of The European Committee For Treatment And Research In Multiple Sclerosis), che quest’anno ha luogo a Milano fino al 13 ottobre, Biogen ha presentato i risultati di uno studio e di un progetto condotti in Italia, volti rispettivamente a individuare l’impatto della Sclerosi Multipla sulla qualità di vita e i costi sociali, e alla definizione di modelli condivisi per accelerare l’implementazione dell’assistenza di prossimità sul territorio nazionale. I due poster presentati al Congresso sono frutto della collaborazione con esperti di diversi Centri specializzati e si AISM, l’Associazione Italiana Sclerosi Multipla.
I costi della SM e l’impatto sulla qualità di vita dei pazienti in Italia
A pochi mesi dell’approvazione da parte di AIFA della rimborsabilità della nuova soluzione per uso sottocutaneo di natalizumab per il trattamento della sclerosi multipla recidivante remittente, Biogen ha presentato ha presentato i risultati di uno studio trasversale sui costi sociali della patologia, denominato “The Economic Burden Of Multiple Sclerosis In An Italian Cohort Of Patients: Analysis Of Disease Cost And Quality Of Life”.
Lo studio ha coinvolto 393 persone con Sclerosi Multipla afferenti a un unico Centro sul territorio italiano, l’Istituto Neurologico Mondino di Pavia. Tutti i pazienti arruolati nello studio erano in trattamento con farmaci “disease modifiyng”, avevano un’età media di 45 anni, un indice di disabilità mediano di 1,5 e per circa il 95% erano affetti dalla forma recidivante-remittente di sclerosi multipla.
L’analisi ha fatto luce sugli elevati costi sociali associati alla malattia, correlati ad aspetti caratterizzanti la SM come la cronicità, la perdita precoce di produttività e la necessità di assistenza sanitaria a lungo termine. Una percentuale rilevante delle persone con SM arruolate nello studio ha riportato alcune problematiche, talvolta gravi, nel proprio profilo di salute (Health-related-QoL).In particolare, dolore/disagio (50,9%), ansia/depressione (51,4%) e limitazioni alla mobilità (30,4%).
I costi medi totali della malattia, espressi in paziente/anno (2019), sono stati stimati pari a 20.299 euro. I costi diretti sanitari stimati nel corso dello studio sono pari a 14.587,5 euro per paziente/anno mentre i costi diretti non sanitari sono pari a 1.176,6 euro. L’analisi ha preso anche in considerazione la perdita di produttività di 124 persone arruolate, con una stima del costo correlato pari in media a 4.535,3 euro per paziente/anno.
“Lo studio condotto presso il Centro Sclerosi Multipla (SM) dell’Istituto Neurologico Mondino di Pavia costituisce un passo importante per delineare più chiaramente i costi sociali della SM nello scenario italiano – spiega Roberto Bergamaschi, Neurologo e Direttore Scientifico della Fondazione Mondino, Istituto Neurologico Nazionale IRCCS di Pavia – Pur tenendo presente le differenze nella presa in carico sul territorio, infatti, possiamo dire che alcuni aspetti caratterizzanti la SM, e in primis la cronicità e la natura degenerativa della malattia, hanno un forte impatto sulla qualità di vita delle persone. Impatto che questo studio ha provato a misurare e quantificare con esattezza, a partire, soprattutto per quanto riguarda i più giovani, dalla precoce perdita di produttività che spesso ha conseguenze importanti tanto nel percorso professionale quanto in quello sociale e familiare. I risultati dello studio, utili per delineare uno scenario della presa in carico nel nostro Paese, confermano che i costi di gestione della SM sono direttamente proporzionali al grado di disabilità e che le ricadute – nella SM Recidivante Remittente, la forma più diffusa della malattia – costituiscono un fattore che incide fortemente sull’aumento degli oneri di gestione.”
“Lo studio offre uno spaccato rigoroso, aggiornato e completo, dei costi legati alla cura e alla gestione della sclerosi multipla, soltanto in chi assume farmaci modificanti il decorso, senza limitarsi ai soli aspetti sanitari ma indagando anche l’impatto per le persone che convivono con la malattia, gettando luce sulle loro condizioni e qualità di vita – aggiunge Michela Ponzio, Coordinatrice della Ricerca in Sanità Pubblica presso l’area Ricerca Scientifica della Fondazione Italiana Sclerosi Multipla (FISM) – Quantificare e comprendere quanto e come il fenomeno della sclerosi multipla impatti sull’intera società italiana è un primo necessario passo per contribuire a una sensibilizzazione sulla malattia e sulle sue conseguenze sociali e sanitarie, che possono riguardare tutti. Non solo, questo tipo di studi può rivelarsi di grande utilità per le persone con SM e per le associazioni che le rappresentano, come AISM, in quanto costituiscono uno strumento di valutazione, misurazione e identificazione delle problematiche più diffuse che i nuclei familiari affrontano nella quotidianità”.
Il progetto StayHome, un percorso verso la prossimità di assistenza nella gestione della Sclerosi Multipla in Italia
Il progetto StayHome è nato dalla collaborazione tra Biogen e numerosi Centri SM italiani per far fronte, durante l’emergenza pandemica, alle restrizioni e all’esigenza di evitare il contagio che hanno reso ancor più complessa la presa in carico delle persone con questa patologia.
Il progetto, che si è evoluto e articolato negli ultimi tre anni, vede oggi la collaborazione dell’Associazione Italiana Sclerosi Multipla ed è volto ad accelerare l’integrazione dell’assistenza di prossimità nella gestione e presa in carico delle persone con SM in Italia.
Un obiettivo che sarà possibile raggiungere solo affrontando la complessità organizzativa che caratterizza attualmente la gestione della malattia in Italia, identificando con chiarezza le possibili aree di miglioramento e definendo un modello di assistenza multidisciplinare che tenga conto delle specificità locali in cui operano i Centri SM.
Da un’indagine condotta in 50 centri specializzati e dal lavoro di analisi e mappatura dei modelli di assistenza offerti da 14 Centri in 9 Regioni, è emerso come l’implementazione della cura di prossimità nella SM presenti ostacoli e sfide ancora aperti, dovuti alla natura complessa e alla cronicità della malattia.
Inoltre, considerando la diversità delle strutture e del contesto in cui operano i Centri, è risultato evidente che un approccio standardizzato non sia ottimale di fronte alla necessità di migliorare l’implementazione delle cure di prossimità.
Invece, dagli studi condotti nella cornice del progetto StayHome emerge con chiarezza come un approccio bottom-up, basato sul rafforzamento della collaborazione tra gli operatori sanitari locali con il coinvolgimento delle associazioni pazienti, possa rappresentare una strategia molto più efficace.
“Grazie al coinvolgimento e al dialogo con i principali attori che si occupano della presa in carico e gestione della SM sul territorio, il progetto StayHome ha permesso di individuare con maggior chiarezza le aree prioritarie di intervento per implementare un approccio all’assistenza che sia realmente di prossimità e contribuire così ad accogliere i bisogni delle oltre 130mila persone che in Italia convivono con questa malattia – afferma Gerola Marfia, Responsabile della UOSD Sclerosi Multipla del Policlinico di Tor Vergata, a Roma – Aspetti importantissimi in questo senso sono la formalizzazione e la digitalizzazione dei percorsi integrati che connettono Ospedale e Territorio. Non solo, StayHome ha reso disponibili strumenti pratici, tra cui un ‘Maturity Model’, utili a valutare e supportare l’implementazione delle cure di prossimità nella gestione della SM, sia a livello regionale sia su scala nazionale”.
“Quest’anno abbiamo presentato a ECTRIMS, oltre alle principali novità relative alla nostra pipeline nella sclerosi multipla, due poster che contribuiscono a fare luce sullo scenario italiano nella gestione e presa in carico delle persone che convivono con questa malattia neurologica – conclude Matteo Papi, Direttore Medico di Biogen Italia – L’analisi condotta sui costi sociali della SM e il progetto StayHome, che negli ultimi anni ha coinvolto oltre 150 professionisti sanitati, manager ospedalieri e stakeholder regionali, testimoniano l’impegno a 360° di Biogen in iniziative e studi che hanno l’obiettivo di migliorare nel concreto la qualità di vita delle persone con SM, a partire dall’identificazione chiara e puntuale delle loro necessità e i loro bisogni. I lavori di analisi quantitativa e qualitativa presentati costituiscono strumenti imprescindibili per misurare con chiarezza l’impatto della malattia sulle condizioni di vita e l’attuale offerta di assistenza in Italia, tenendo presente le specificità locali per implementare percorsi di cura più vicini alle famiglie colpite dalla malattia”.