“Cancellare il payback e trovare insieme a tutti gli attori del sistema soluzioni per il sostegno del Servizio sanitario nazionale, eliminando norme inique che invece ne ostacolano lo sviluppo perché questo è un modo per sostenere l’Italia, i suoi cittadini e i professionisti che lavorano al suo servizio”.
È la richiesta di tutti i rappresentanti dell’industria dei dispositivi medici, che si sono riuniti oggi insieme ai referenti delle istituzioni, della politica, dei professionisti sanitari e dei cittadini nell’ambito del convegno “Dispositivi medici. Ricerca, innovazione e governance per il futuro del SSN. Il caso del payback”, organizzato da Gutenberg a Roma.
“Il payback – dice il Presidente di Confindustria Dispositivi Medici, Massimiliano Boggetti – non è un problema solo delle imprese, ma le conseguenze dovute all’applicazione di questa norma iniqua si riverseranno sull’intero SSN. Dal fallimento di molte aziende e dal disinvestimento nel nostro Paese da parte delle aziende che operano su scala globale deriveranno migliaia di licenziamenti, un taglio drastico al sostegno della formazione, un ulteriore taglio agli investimenti in ricerca e sviluppo. Questo fatto produrrà un effetto negativo sugli operatori sanitari che non faranno più parte del circolo virtuoso ‘ricerca-innovazione-formazione’, in cui gli investimenti industriali giocano un ruolo fondamentale”.
“Tutto ciò ricadrà sui cittadini e sui pazienti – continua Boggetti – che non avranno più cure adeguate da parte del SSN, quindi si allargherà la forbice della diseguaglianza, perché chi potrà permetterselo pagherà le cure migliori privatamente, mentre gli altri si dovranno accontentare. Occorre pertanto incrementare il finanziamento del SSN e ristrutturarlo sulla base delle reali esigenze di salute. Il PNRR è lo strumento migliore per avviare quelle riforme strutturali che possono consentire l’ottimizzazione delle risorse e una maggiore efficacia delle cure. Il tetto ai dispositivi medici è un tetto alle prestazioni e da questo presupposto occorre individuare una governance dei dispositivi medici che si basi sui dati (disponibili) dei bisogni di salute per programmare le prestazioni, ovvero gli acquisti”.