Un altro farmaco avanza la propria candidatura nella terapia del tumore al pancreas.
Al meeting annuale dell’American Association for Cancer Research, che si è tenuto la settimana scorsa, sono stati resi noti i dati di uno studio di fase 2 che mostrano come l’inibitore di PARP di Clovis Oncology, Rubraca, sia in grado di stimolare una risposta tra i pazienti con carcinoma del pancreas mutato con BRCA o PALB2 sensibili alla chemioterapia al platino.
I ricercatori hanno testato il farmaco in pazienti il cui tumore non era peggiorato dopo il trattamento con chemioterapia.
Il 37% di essi ha beneficiato della terapia con Rubraca. Dopo l’inizio del trattamento con questo farmaco, i pazienti hanno infatti raggiunto una mediana di 9,1 mesi senza progressione della malattia.
Si tratta, comunque, di dati “veramente preliminari” e i ricercatori hanno bisogno di analisi più approfondite per convalidare i risultati.
Questi risultati indicano anche una potenziale minor tossicità per i pazienti affetti da cancro al pancreas con le mutazioni BRCA o PALB2.
I nuovi risultati seguono da vicino quelli comunicati a febbraio da AstraZeneca e MSD: il loro inibitore PARP, Lynparza, si è infatti dimostrato superiore al placebo nel bloccare la progressione del cancro del pancreas in pazienti con forme mutate della linea germinale BRCA.
Le aziende non hanno ancora divulgato i dettagli, ma stanno lavorando per fornire il prima possibile risultati alle autorità regolatorie.
Reiss Binder, responsabile degli studi su Rubraca, ritiene che i dati disponibili sul farmaco completino quelli relativi a Lynparza. “I nostri dati sono chiaramente molto più esigui e sono assolutamente preliminari, ma questa è potenzialmente una nuova frontiera nel trattamento di questi specifici pazienti affetti da cancro al pancreas con mutazione BRCA”.