Epidemiologia, genetica, patologia, immunologia, e nuove soluzioni terapeutiche. La sclerosi multipla a 360 gradi è stata l’oggetto del 35esimo congresso dell’ European Committee for Treatment and Research In Multiple Sclerosis (ECTRIMS) tenutosi a Stoccolma tra l’11 e il 13 settembre 2019. L’evento ha visto la partecipazione di più di 8.000 esperti del settore, tra ricercatori, clinici e rappresentanti farmaceutici. In questa sede sono stati presentati per la prima volta i nuovi dati sull’efficacia e la sicurezza a lungo termine di cladribina compresse, il farmaco di Merck approvato in 69 paesi.
“Il 57% dei pazienti non ha mai avuto ricadute nel corso dei 5 anni dopo l’ultima dose di cladribina, circa il 64% non ha mai avuto progressione della malattia”, dichiara Francesco Patti, neurologo responsabile del Centro SM del Policlinico di Catania, parlando di CLARINET, uno studio di real life, non interventistico, retrospettivo, condotto su pazienti che erano stati trattati con cladribina in 4 trial clinici. “Sono dei dati assolutamente rassicuranti per la comunità clinica”, continua Patti.
L’analisi statistica è stata condotta su 80 pazienti dislocati in 17 centri distribuiti in tutta Italia. Rispetto ad altri farmaci i ricercatori non hanno osservato importanti problemi di sicurezza, fatta eccezione per una linfopenia, a volte marcata. Come precisa Patti, però, essa “è legata al meccanismo d’azione del farmaco” che induce l’apoptosi dei linfociti. Il professore aggiunge anche che la popolazione linfocitaria, che nel tempo sostituisce le cellule attaccate dal farmaco, sembra presentare delle caratteristiche diverse: “il paziente di fatto ha una nuova immunità, una nuova immunosorveglianza che probabilmente riduce notevolmente il rischio di autoimmunità tipica della sclerosi multipla”.