La Cina è già il secondo mercato farmaceutico al mondo, ma secondo Joe Jimenez, CEO di Novartis, le vendite nel Paese asiatico potrebbero arrivare a 300 miliardi di dollari entro il 2020. Una previsione legata anche alle nuove mosse fatte dall’ente regolatorio cinese, che di recente ha rivisto le regole per l’autorizzazione al commercio dei farmaci, in modo da garantire ai malati l’accesso ai medicinali più innovativi. Finora, le grandi aziende farmaceutiche hanno dovuto affrontare parecchi ostacoli per entrare nel mercato cinese, ma le nuove regole stanno allentando queste pressioni. Così Gilead, per esempio, ha assunto un ex dirigente Roche proprio per guidare il lancio del farmaco per l’epatite C in Cina, dove ci sono circa 30 milioni di pazienti. Da parte sua Pfizer ha ripreso le iniziative per l’immissione in commercio del vaccino contro lo pneumococco Prevnar 13, dopo che in autunno la FDA cinese ha dato il suo ok. Novartis ha invece recentemente ricevuto l’approvazione per il farmaco contro il tumore del rene Votrient e per quello contro la mielofibrosi Jakavi, mentre Roche ha avuto l’ok per il suo medicinale contro il melanoma Zelboraf e AstraZeneca ha avuto il via libera alla commercializzazione di Tagrisso, per il tumore del polmone. Sono molte le aziende farmaceutiche che stanno godendo della forte crescita nel Paese asiatico. In particolare, AstraZeneca ha registrato un aumento delle vendite del 10% nel 2016 mentre Novo Nordisk ha segnato un +5,9%. Secondo l’International Trade Association, il mercato farmaceutico cinese valeva 108 miliardi di dollari nel 2015 e la Cina “è uno dei paesi più promettenti per le esportazioni a lungo termine, per le sue dimensioni e per il potenziale di crescita”. L’unica nota negativa è il costo dei farmaci: in un paese in cui più di 1,3 miliardi di persone vivono con redditi molto bassi, i funzionari di Governo cercano continuamente modi per limitare la spesa sanitaria e ridurre il prezzo dei medicinali.