Con il diffondersi dell’epidemia di Chikungunya, in India, l’azienda farmaceutica locale Zydus Cadila ha stretto un accordo con la giapponese Takeda per sviluppare al più presto un vaccino contro questa malattia di origine virale. Il progetto è ancora all’inizio, ma prevede l’intero ciclo di messa a punto del vaccino, dalle prime fasi alla commercializzazione. Le due aziende vorrebbero includere nel loro accordo anche altre realtà che stanno facendo studi nello stesso settore, come l’austriaca Themis Biosciences, il National Institute for Allergy and Infectious Diseases americano e l’indiana Bharat Biotech. In particolare, il mese scorso è partito il trial di fase II per il vaccino sviluppato da Themis Biosciences, il più avanzato tra tutti i candidati.
In questi giorni un’epidemia di Chikungunya, partita da Dehli, avrebbe infettato più di 1000 persone, portando a 12 mila il numero di casi dall’inizio dell’anno. Inoltre, secondo i media locali, le persone decedute a causa di questa infezione sarebbero 11. Ma il virus si starebbe diffondendo anche in altre zone. Dal 2005, India, Indonesia, Maldive, Myanmar e Thailandia avrebbero riportato circa 1,9 milioni di casi di Chikungunya e altri 1,3 milioni sarebbero stati registrati nelle Americhe. E si calcola che il virus avrebbe raggiunto ormai più di 60 Paesi in tutto il mondo. Così, la partnership tra le due aziende “consentirà di fare un importante passo avanti nella prevenzione di questa malattia”, ha dichiarato Pankaj Patel, CEO di Zydus Cadila. E anche se le due aziende non hanno rivelato i particolari dell’accordo, sembra che questo possa andare oltre la realizzazione del vaccino contro la Chikungunya.