L’approccio allogenico, con la possibilità di avere sempre disponibili cellule T da donatore già ingegnerizzate, sarà il futuro delle terapie CAR-T.
A esserne convito è André Choulika, CEO di Cellectis, che ha affrontato l’argomento nell’ambito della J. P. Morgan Healthcare Conference.
Con questo approccio, secondo l’esperto, si avrà un guadagno in termini di costi, tempi e complessità rispetto al processo attuale. Inoltre, la terapia potrebbe essere disponibile anche per quei pazienti che attualmente non possono essere trattati perché non hanno abbastanza cellule T o hanno cellule di scarsa qualità.
Fondata quasi 20 anni fa, Cellectis ha raccolto un po’ di capitali dopo un accordo con Servier nel 2014.
A quel tempo, i trattamento autologhi Kymriah e Yescarta non erano stati ancora approvati e nessuno credeva davvero nella possibilità di sviluppare una CAR-T allogenica. Alla fine del 2014, Cellectis ha dato in licenza altri 14 assets a Pfizer.
E Choulika è convinto che la tecnologia applicata alle cellule T possa essere estesa ad altre cellule immunitarie come le natural killer, per affrontare altre malattie ed estendendo l’uso di queste terapia dai tumori liquidi a quelli solidi fino ad altre patologie, come le malattie immunitarie.