Celgene-BMS. L’anno inizia con il big takeover

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(Reuters Health) – Il 2019 parte con un big takeover. Bristol-Myers Squibb acquisisce Celgene per circa 74 miliardi di dollari. Un matrimonio tra due delle aziende farmaceutiche con le migliori pipeline del settore oncologico.

Alla notizia dell’accordo – il cui closing è previsto per il Q3 2019 – alcuni analisti di Wall Street si sono chiesti se la prossima fusione, che secondo le due società arriverà a generare risparmi per 2,5 miliardi di dollari e un significativo aumento dei guadagni, risolverà le sfide che BMS e Celgene stanno gestendo separatamente.

Lo scenario
Tra battute d’arresto cliniche e altri passi falsi, le azioni di BMS sono scese del 15,2% nel 2018, mentre Celgene ha perso quasi il 40%.

Il più importante driver di crescita di BMS, l’immunoterapico oncologico Opdivo, sta sostenendo una battaglia durissima contro Keytruda di MSD, che ha conquistato la posizione dominante nel settore del cancro del polmone avanzato.

Celgene, dal canto suo, ha subito qualche battuta d’arresto, mentre si avvicina la perdita dell’esclusività negli Stati Uniti del suo farmaco di punta per il mieloma multiplo, Revlimid, che cadrà nel 2022.

Questa settimana il titolo di BMS ha chiuso negativamente, perdendo il 13,3% e  attestandosi a 45,12 dollari. “Questa transazione indica chiaramente che l’azienda è preoccupata per Opdivo nel mercato del cancro ai polmoni”, dice John Boris, l’analista di SunTrust Robinson Humphrey.

Gli azionisti temono inoltre che i farmaci in fase di sviluppo non riusciranno a realizzare vendite sufficienti a compensare i principali prodotti che perderanno l’esclusività tra il 2022 e il 2026.

“Ma il flusso di cassa generato da Revlimid permette a BMS di guadagnare tempo per pagare il debito e posizionarsi per un’altra transazione,” sottolinea Boris.

Previsioni e pipeline
Dalla fusione con Celgene, BMS prevede di ottenere, entro il 2022, un risparmio di 2,5 miliardi di dollari, per il 55% derivante da tagli nelle vendite, spese generali e amministrative, per il 35% dalla riduzione della spesa per ricerca e sviluppo e per il 10% dalla produzione. Secondo la pharma di New York, inoltre, l’accordo aggiungerà più del 40% ai suoi guadagni nel primo anno.

Secondo i termini dell’accordo, gli azionisti di Celgene riceveranno un’azione BMS e 50 dollari in contanti per ciascuna azione detenuta, o 102,43 dollari per azione con un premio del 53,7% a Celgene fissato alla chiusura della giornata borsistica del 2 gennaio.

Gli azionisti di Celgene riceveranno anche un cosiddetto pagamento Cvr, di 9 dollari se tre candidato in fase di sviluppo otterranno approvazioni tempestive. Si tratta di ozanimod, un farmaco ad alto profilo per la sclerosi multipla, di liso-cel per il trattamento del linfoma (per entrambi l’ok è previsto entro il 31 dicembre 2020) e di una terapia di Car-T per il mieloma multiplo entro il 31 marzo 2021.

“Ciò che è importante per noi è la mantenere la posizione di leadership di Celgene in ematologia attraverso la loro pipeline, anche dopo che Revlimid avrà perso la protezione del brevetto”, commente il CEO di BMS, Giovanni Caforio.

La forza della pipeline della pharma di New York è soprattutti nei tumori solidi.

BMS si aspetta sei lanci di prodotti nei prossimi due anni, cinque dei quali provenienti dalla pipeline di Celgene.
Celgene porta in dote l’esperienza con terapie Car-T, rafforazata dall’ acquisto per 9 miliardi di dollari di Juno Therapeutics e dalla partnership con Bluebird.

Fonte: Reuters Health News
(Versione italiana per Daily Health Industry)

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