(Reuters Health) – C’è anche un passaggio su Novartis nella testimonianza resa da Michael Cohen al Congresso americano.
L’ex avvocato personale di Donald Trump ha dichiarato che l’azienda svizzera voleva che facesse attività di lobbyng nei confronti del Presidente USA e per questo gli aveva proposto un contratto da 1,2 milioni di dollari. Cohen, però, avrebbe rifiutato.
“Novartis mi ha mandato il suo contratto in cui dichiarava espressamente che voleva che facessi attività di lobbyng”, ha dichiarato Cohen,“Quel paragrafo è stato da me cancellato, siglato e con la mia calligrafia ho scritto che non avrei fatto pressioni o lavorato per favorire relazioni tra l’azienda e il Governo”.
L’ex fedelissimo di Trump ha poi specificato di essersi offerto di parlare con Novartis di persona e al telefono “ogni volta che ne avessero avuto bisogno” e di aver parlato con l’azienda svizzera circa sei volte.
Novartis è una delle tante aziende che avrebbe pagato Cohen attraverso la sua società Essential Consultants dopo l’elezione di Trump, al fine di ottenere informazioni sulla nuova amministrazione del Governo USA.
Quando la notizia dei pagamenti venne alla luce lo scorso anno, l’ex CEO dell’azienda svizzera, Joe Jimenez, dichiarò che il contratto era stato un errore e che avrebbe dovuto rescinderlo a marzo 2017.
Il portavoce di Novartis, Eric Althoff, in una dichiarazione fatta ieri ha affermato che la società “ha già risposto a tutte le domande” in relazione al caso Essential Consultants e che considera chiusa la questione.
Fonte: Reuters Health News
(Versione italiana per Daily Health Industry)