Carenza farmaci. Cresce in Europa la preoccupazione per l’eccessiva dipendenza da fornitori di principi attivi extra Ue. La relazione Hera

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La significativa dipendenza dai fornitori di principi attivi extra Ue rende pericolosamente vulnerabile la catena di approvvigionamento di farmaci in Europa. Forniture che potrebbe interrompersi in qualsiasi momento a causa di questioni geopolitiche, restrizioni commerciali o problemi di produzione. Per questo è necessario aumentare la resilienza del sistema, attraverso, ade esempio, strategie mirate di diversificazione dei siti produttivi per mitigare i rischi legati a disservizi locali.

È quanto emerge dalla relazione dell’Autorità per la preparazione e la risposta alle emergenze sanitarie (Hera) della Commissione Europea che ha preso in esame, in particolare, una prima serie di 11 medicinali (Alteplase, Amoxicillina, amoxicillina/acido clavulanico, Benzilpenicillina benzatinica, clonazepam, fludarabina, glucagone, Vaccino contro l’epatite B, Rifampicina, Verteporfina, Vincristina) figuranti nell’elenco (pubblicato a dicembre 2023) degli oltre 200 medicinali considerati ad alto rischio di carenza in Ue.

Nella relazione si evidenzia come tutti gli 11 prodotti in esame provengano per oltre il 30% da un unico paese o produttore. Condizione che rende molto elevato il rischio di rimanerne sprovvisti. Per 4 sostanze la vulnerabilità a causa della dipendenza da fonti di principi attivi extra-UE è ritenuta particolarmente alta.

È quindi evidente, per Hera, la necessità di rafforzare la resilienza diversificando le fonti di approvvigionamento, migliorando la capacità produttiva e sviluppando solidi quadri di gestione del rischio per gestire efficacemente la variabilità economica e di mercato.

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