L’Aifa sta lavorando per risolvere il problema della carenza delle bombole di ossigeno, particolarmente drammatico in alcune regioni.
“Il confronto costante tra Aifa, Assogastecnici e Federfarma ha già permesso di avviare interventi risolutivi rispetto alle criticità riportate in alcune Regioni sulla disponibilità dell’ossigeno gassoso. L’aumento rilevante dei consumi di ossigeno determinati dall’emergenza ha sicuramente avuto un impatto sulla rete distributiva, a dispetto della disponibilità reale dell’ossigeno, che viene prodotto in Italia in quantitativi già dieci volte superiori alla richiesta del territorio”, si legge in una nota dell’agenzia italiana del farmaco.
Il Cts sta valutando la possibilità di predisporre una scheda sull’uso dell’ossigeno, analoga a quelle definite efficacemente per i farmaci COVID, a supporto di un utilizzo responsabile dell’ossigenoterapia.
L’Aifa chiarisce che “il numero di contenitori mobili (bombole e recipienti criogenici) disponibili per il trattamento domiciliare rappresenta la principale causa nei disagi riportati dal territorio: l’incremento garantito dagli investimenti delle aziende durante questi mesi (che Assogastecnici ha quantificato in 15 milioni di euro) ha avuto degli effetti positivi, a dispetto della domanda altissima a livello mondiale, e di un numero di produttori di contenitori molto limitato, che però non sono stati risolutivi rispetto alle difficoltà di queste ore”.
Aifa sottolinea inoltre l’importanza del supporto delle Regioni e delle province autonome per rafforzare il tracciamento dei contenitori e ricorda che “durante la fase emergenziale, in alcune Regioni (come la Lombardia) sono state organizzate strutture come ospedali da campo dedicate alla sola ossigenoterapia, alimentate con serbatoi centralizzati, anziché con bombole: Aifa, Assogastecnici e Federfarma stanno lavorando alla condivisione di queste esperienze e di altre buone pratiche analoghe, in grado di intervenire sul problema a livello organizzativo”.