Chi soffre di cancro vuole essere più informato. È questa l’evidenza che emerge da un’ampia indagine condotta da Nielsen negli USA. Un’indagine che ha studiato anche le modalità e le fonti d’informazione che i pazienti cercano nelle varie fasi della malattia.
I trend emersi
Tra le fonti di informazioni figurano le aziende farmaceutiche, anche se i medici restano al primo posto come punto di riferimento. A determinare la scelta di una fonte di informazione piuttosto che un’altra è anche il tempo trascorso dalla diagnosi Ad esempio, chi sa di avere il cancro da solo uno o due anni è più propenso a cercare informazioni in farmacia, su Internet e sui giornali. Questo campione ha infatti dichiarato di cercare video e condurre ricerche online per avere ulteriori informazioni da discutere in seguito con il proprio medico.
I pazienti che hanno ricevuto la diagnosi da due-cinque anni tendono a preferire le informazioni online e utilizzano i blog, i video e i contenuti dei siti web di società farmaceutiche, comunità online e gruppi di supporto. i malati con diagnosi di cancro ricevuta ancora prima prestano volentieri attenzione alle informazioni diffuse dalla radio.
Negli ultimi 12 mesi, le informazioni sanitarie utilizzate negli Stati Uniti dai pazienti provengono nel 75% dei casi dalla TV, nel 54% dagli studi medici e nel 40% dalle riviste.
Quanto costa informarsi
Nel 2017, negli Usa, è stato speso quasi mezzo miliardo di dollari per le informazioni relative al cancro, più di sei volte la quantità di denaro spesa per tutti i DTC oncologici dal 2008 al 2014. A guidare questa spinta al’informazione sono i farmaci di ultima generazione, tra cui Opdivo di Bristol-Myers Squibb, Keytruda di MSD, Ibrance di Pfizer e Verzenio di Eli Lilly.