(Reuters Health) – Un piano che assicuri la continuità della circolazione dei farmaci nel caso di un’uscita dall’Europa senza accordo.
A chiederlo con urgenza alla Gran Bretagna è Novartis, preoccupata per i 120 milioni di scatole di medicinali che esporta nell’isola ogni anno.
E i timori dell’azienda svizzera si fanno sempre più consistenti dopo il fallito tentativo del premier Theresa May di giungere a un accordo con il Parlamento britannico la settimana scorsa.
La pharma di Basilea è particolarmente preoccupata per l’approvvigionamento di Cosentyx, uno dei farmaci che ha fatto registrare una grande performance. A rischio anche gli approviggionamenti di Kymriah e Gilenya.
La Gran Bretagna lascerà definitivamente l’UE il 29 marzo prossimo e mentre la May sta ancora lottando per ottenere l’ok all’accordo che ha concordato con l’Europa, le aziende britanniche dovranno spendere milioni di sterline per prepararsi a un’uscita senza intesa.
E il settore dei farmaci, strettamente controllato dalle autorità regolatorie, è tra quelli che potrebbero essere maggiormente colpiti se non si giungerà a un accordo su approvvigionamenti e autorizzazioni.
Sono più di 2600 i farmaci che hanno una fase di produzione in Gran Bretagna e 45 milioni le confezioni che ogni anno partono dal Regno Unito, mentre 37 milioni viaggiano nella direzione opposta.
Fonte: Reuters Health News
(Versione italiana per Daily Health Industry)