Mantenere la sede dell’EMA a Londra per arginare la fuga delle aziende farmaceutiche dalla Gran Bretagna. È una delle proposte messe sul tavolo dal Giappone che, a tre mesi dalla Brexit, teme per gli investimenti nel Regno Unito. Il Ministro degli esteri giapponese sottolinea come molte Corporations del Sol Levante potrebbero decidere di lasciare Londra se la Gran Bretagna dovesse perdere gli attuali privilegi di cui gode. In un documento di 15 pagine, reso pubblico a margine del G20 che si è svolto in Cina, il Ministro ha fornito anche una lista dei potenziali Gruppi pronti ad uscire dal mercato inglese e chiede a gran voce al primo Ministro Inglese, Theresa May, un piano chiaro del percorso che la Gran Bretagna vorrà intraprendere nei prossimi due anni per la sua uscita dall’Unione, come previsto dall’articolo 50 del Trattato di Lisbona.
Big Pharma in prima fila
I produttori farmaceutici giapponesi da sempre scelgono Londra come sede europea delle loro aziende sia perché la capitale britannica ospita l’EMA, sia per la posizione strategica del Paese in termini economici e di scambi commerciali. Un cambiamento in questo senso “farebbe perdere a Londra l’appeal di un ambiente ideale per lo sviluppo del settore farmaceutico, con un conseguente spostamento dell’R&D e della forza lavoro in un altro Paese europeo del Continente”, ha aggiunto il Ministro giapponese.Dal Giappone, quindi, arriva netta la richiesta di mantenimento dello stato attuale del mercato, inclusa la conservazione delle tariffe di mercato e delle procedure per clienti, la conferma dell’equivalenza regolatoria tra UK e UE e la conferma della libertà d’investimenti tra i vari Paesi. A questo si aggiunge anche la richiesta del mantenimento della libertà di spostamento dei lavoratori attualmente impiegati in Inghilterra nei vari Paesi dell’Unione.
“È nell’interesse globale – ha spiegato ancora il Ministro – che sia preservato lo status quo europeo sia preservato. Il Giappone, insieme a UK e all’Unione tutta, continuerà ad assicurare il suo impegno per il mantenimento del sistema del mercato libero”.Il Ministro degli Esteri giapponese ha concluso spiegando che nel Regno Unito il numero degli affari che vedono legati i due paesi è considerevole, a fronte anche di un’ampia fetta di investimenti che arrivano direttamente dal Giappone. In generale sono più di 440 mila i lavoratori giapponesi attivi in Europa.