L’importanza del partenariato per il benessere economico e sociale di un Paese. È questo il messaggio che Boehringer Ingelheim, farmaceutica tedesca, ha voluto diffondere in occasione dell’evento celebrativo dei suoi 50 anni in Italia, tenutosi lo scorso 14 dicembre a Roma, dal titolo “Una storia di partenariato italo-tedesca: Boehringer Ingelheim per l’Italia”. Una collaborazione duratura tra paesi diversi e una collaborazione via via sempre crescente tra pubblico e privato per garantire sviluppo.
La pandemia ci ha insegnato che “mettendo insieme le nostre competenze complementari e lavorando insieme tra pubblico e privato si possono fare delle cose mai viste prima come accelerare i percorsi regolatori e mettere a disposizione in tempo record vaccini e terapie”, ha detto Morena Sangiovanni, Presidente Boehringer Ingelheim Italia. Non solo. “Il futuro si base sul partenariato. Ci sono tante sfide da vincere e ci sono anche tante opportunità. Una fra tutte è la spinta degli investimenti che ci arrivano dal PNRR che è concepito, soprattutto per la missione salute, proprio partendo dal presupposto di una possibilità di interazione tra pubblico e privato”.
La collaborazione tra paesi crea benessere a livello globale. Quella tra Italia e Germania è una “relazione strategica e profonda”, ha sottolineato Viktor Elbling, Ambasciatore della Repubblica Federale di Germania in Italia. “Siamo due paesi industriali nel cuore dell’industria europea e come tali siamo interdipendenti”. Come sottolineato dall’Ambasciatore, quello di Boehringer Ingelheim è un modello virtuoso di investimenti perché guarda al lungo periodo e questa è una decisione strategica. Ciò è confermato dal fatto che l’azienda è presente in Italia dal 1972 e da allora non ha mai smesso di investire.
Investire significa credere nell’innovazione che, a sua volta, genera valore. “L’obiettivo di Boehringer Ingelheim è quello di creare valore per cambiare la vita dei pazienti, delle loro famiglie e delle loro generazioni”, ha detto Sangiovanni. “Per noi creare valore attraverso l’innovazione vuol dire prima di tutto investire in ricerca e investire su quelle aree che possono davvero fare la differenza. Creare valore attraverso l’innovazione significa anche investire sulle persone, significa investire sui giovani, sull’occupazione di personale qualificato e sull’occupazione femminile. E significa anche lavorare sul welfare, perché la qualità di vita delle persone che lavorano con noi è quello che poi le rende soddisfatte e quindi più produttive”.
“Ma quando pensiamo al nostro contributo alla società in cui operiamo non ci riferiamo soltanto al miglioramento della salute collettiva. Ci riferiamo anche al benessere che possiamo portare in termini di contributo allo sviluppo sociale, allo sviluppo economico”, ha proseguito la presidente Boerhinger.
Valore economico, occupazionale, sanitario e ambientale. A dare concretezza, dati alla mano, è stato Christian Poehlking, direttore Finance & Administration Boehringer Ingelheim Italia. L’impegno dell’azienda è a tutto tondo e va dalla ricerca alla sostenibilità ambientale. Nel 2021 sono stati avviati 17 studi clinici che hanno visto il coinvolgimento di 100 centri. “I pazienti che hanno assunto terapie Boerhinger in Italia sono stati un milione e 23 mila”, mentre per quanto riguarda la salute animale “il 58% degli animali in Italia è stato beneficiario di almeno un prodotto Boerhinger o per la prevenzione o per la cura” nell’arco del 2021. Ancora, l’azienda “può contare su circa 1.000 dipendenti, con un indotto di oltre 3.000. Ma il dato importante è che il 75% è composto da persone laureate, quindi, è un importante contributo a tenere i talenti in Italia tramite innovazione e investimenti in tecnologie”. Infine l’export. I siti produttivi in Italia sono dedicati per il 98% all’export con un contributo all’economia italiana per ciò che riguarda le esportazioni che “ha generato un fatturato di 280 milioni di euro”.
Ora, da questo punto di vista, e sempre tenendo presente il presupposto del partenariato, è importante sottolineare, come fatto da Enrica Giorgetti, direttore generale di Farmindustria, che Boehringer Ingelheim è un’azienda tedesca. “Con la Germania noi siamo vicini per il primato delle produzioni farmaceutiche (in Europa ndr.) e il fatto che un’azienda tedesca continui a investire qui, che sia rimasta qui tanti anni, sia radicata nel territorio e si consideri un’azienda italiana è un motivo di orgoglio per il nostro Paese”, ha precisato Giorgetti. Questo perché in Italia ci sono “delle eccellenze anche e soprattutto dal punto di vista della qualità delle risorse umane e dal punto di vista degli ospedali e dei centri di ricerca”. La ricerca e l’innovazione sono dunque la testimonianza che è necessario interconnettere competenze e sostenere la formazione di personale giovane e qualificato. A proposito di questo, Giorgetti ha spiegato come Farmindustria abbia in essere dei progetti di alternanza scuola-lavoro con gli istituti tecnici.
Il legame fra economia e salute è però indissolubile. Non c’è possibilità di sviluppo economico se non c’è salute e non c’è possibilità di salute se non si crede negli investimenti per la sanità. Di questo è fermamente convinto Walter Ricciardi, docente di igiene all’Università Cattolica Sacro Cuore. “Non ci può essere economia senza salute. Ed è per questo che bisogna ritornare a investire, ritornare a investire sulla salute, sui servizi sanitari, sugli operatori sanitari, sull’innovazione e sulla ricerca”, ha detto l’esperto. “È quello che il nostro Paese fa a intermittenza” ma esperienze di partenariato come quella di Boerhinger Ingelheim fanno capire che “quando queste alleanze ci sono, sono di successo per tutti. È il sistema Paese che prospera anche quando nel nostro Paese investono multinazionali straniere.
Non da ultimo infine, da non sottovalutare anche un altro aspetto portato alla luce da Enrica Giorgetti: quello della produzione di materie prime. Questa “È un’azienda che produce anche materie prime che in un momento come questo sono assolutamente indispensabili perché l’Europa soffre della mancanza di materie prime”.
M.C.