Bristol-Myers Squibb ha completato la vendita dello stabilimento di produzione di Anagni. La dismissione rientra nell’ambito dell’operazione che ha portato all’acquisizione di Catalent, annunciata a giugno 2019
I 700 dipendenti dello stabilimento della città ciociara passeranno sotto le insegne della biotech USA.
Il sito è attrezzato per la lavorazione di imballaggi biologici e sterili. Produce una vasta gamma di prodotti tra cui farmaci antitumorali e cardiologici che Catalent continuerà a produrre per BMS.
La big pharma di New York ha utilizzato la struttura, che si trova a circa 100 chilometri a sud-est di Roma, per lanciare molti dei suoi farmaci nel corso degli ultimi anni.
Catalent ha dichiarato che lo stabilimento di Anagni fornirà al CDMO stoccaggio e sterilizzazione di prodotti farmaceutici per il mercato europeo.
BMS ha ricordato che la vendita è parte di un processo di semplificazione del proprio portafoglio in linea con “i requisiti futuri della sua pipeline attualmente in evoluzione”.
Pipeline e requisiti che sono cambiati in modo significativo a novembre quando ha completato l’acquisizione di Celgene per 74 miliardi di dollari nello scorso mese di novembre.
L’attenzione a breve termine degli investitori riguarda tre asset chiave della pipeline BMS: ozanimod per il trattamento della sclerosi multipla e due trattamenti CAR-T, di cui uno mirato contro il linfoma e l’altro contro il mieloma multiplo.
La FDA valuterà ozanimod il 25 marzo, dopo averlo respinto l’anno scorso chiedendo a Celgene ulteriori dati farmacologici.
La produzione CAR-T, ovviamente, necessita di un tipo di processo completamente nuovo. A questo scopo BMS ha acquistato due stabilimenti, uno a Washington – che Celgene ha ottenuto con il suo buyout da 9 miliardi di dollari di Juno Therapeutics – e uno nel New Jersey, che rientra nel piano di collaborazione di Celgene con bluebird bio