I dirigenti di Johnson & Johnson, nel mese di aprile, insistevano sul fatto che non ci sarebbe stato il lancio americano per un biosimilare di Remicade (infliximab) nel 2016. Ma, in occasione della call per il Q2 , l’azienda ha fatto una piccola marcia indietro, anche in relazione alle ultime vicende relativa alla “guerra dei brevetti” in USA.
Cosa sta accadendo
La coreana Celltrion sperava di lanciare il suo biosimilare di Inflectra (infliximab-dyyb) per l’artrite reumatoide – da somministrare per via endovenosa – già a partire dalla fine di giugno, con vendite gestite da Pfizer, grazie a un accordo di marketing che questa azienda detiene dopo l’acquisizione di Hospira. La data è stata contestata con successo da Johnson & Johnson in base alla disposizione dei 180 giorni. Il direttore finanziario di Johnson & Johnaon, Dominic Caruso, ha osservato che c’è un altro contenzioso sul brevetto, con un’udienza prevista il mese prossimo che potrà fornire chiarezza.
Ma Caruso ha anche detto agli analisti che la prima data di lancio per un biosimilare potrebbe essere tra pochi mesi.
“C’era anche una sentenza emessa in relazione a un altro biosimilare non nostro, che ha reso molto chiaro quando si applica il periodo di attesa di 180 giorni -ha spiegato Caruso – Per noi questo periodo di attesa si estende fino al 6 ottobre, quindi, ovviamente, non ci può essere alcun lancio prima di tale data”.
Caruso ha aggiunto che, in ogni caso, la strategia resta quella di intentare mosse legali per bloccare un lancio nel breve termine. “Poi, come abbiamo detto, stiamo continuamente e vigorosamente difendendo il nostro brevetto e continueremo a farlo. Quindi, non sappiamo se avverrà un lancio di un biosimilare, ma non lo abbiamo incluso nelle nostre previsioni. Come sapete il nostro orientamento è un range tra il 3% e il 4% della crescita complessiva, quindi ci sentiamo sicuri di questo in ogni caso”.