Copertura brevettuale assicurata fino al 2028 per Tecfidera, il farmaco per la sclerosi multipla di Biogen. È questo il giudizio pronunciato dal Patent Trial and Appeal Board, che ha dichiarato che l’azienda biotech americana non avrebbe violato il brevetto della danese Forward Pharma. Un risultato che vale i cinque dollari di rialzo delle azioni di Biogen, secondo gli analisti Salim Syed di Mizuho e Geoffrey Porges, di Leerink Partners. Secondo altri osservatori, però, per Biogen sarebbe stato meglio continuare con il brevetto di Forward, piuttosto che con uno proprio. Il brevetto di Biogen, infatti, sarebbe troppo debole. “Pensiamo che Tecfidera sia più a rischio ora che ha vinto la battaglia contro Forward Pharma”, dice Ronny Gal, analista di Bernstein, che insieme a Porges è convinto che ci sia ancora “una elevata probabilità che il brevetto venga invalidato dai tribunali americani”. Il brevetto, anche se garantisce una copertura 2021-2028 e ha respinto gli attacchi del manager Kyle Bass, sarebbe in pericolo per il fatto che è l’unico del genere nelle mani di Biogen. Così com’è concepito, infatti, “questo brevetto fornirà lo spazio per un percorso mirato per la sua invalidazione da parte delle aziende di generici e in caso di successo queste non correranno il rischio di violare brevetti accessori”, ha sottolineato Porges. A gennaio, Biogen aveva accettato di pagare 1,25 miliardi di dollari all’azienda farmaceutica danese per risolvere la controversia su Tecfidera, un accordo che avrebbe concesso una licenza sul brevetto qualora la sentenza del PTAB non fosse andata nella giusta direzione. Ma ora che la copertura brevettuale è autorizzata, Biogen non avrà bisogno di usare il brevetto di Forward Pharma e non dovrà versare alcuna royalty sul 10% delle vendite in USA.
