(Reuters Health) – Dopo l’effetto positivo sulle azioni nel settore farmaceutico e biotech, l’elezione di Donald Trump potrebbe dare una mano nell’incrementare le operazioni di fusione e acquisizione tra le aziende, in calo da quando in USA il dibattito sui prezzi dei farmaci è divenuto il principale argomento di politica sanitaria. Ad avanzare questa ipotesi sono alcuni analisti del settore e banche d’investimento. Secondo Thomson Reuters, in questo modo si potrebbero salvare anche le imprese biotech più piccole. A parte la mega-fusione che ha visto protagonista Pfizer su Medivation, il numero degli accordi nel settore delle scienze della vita si è ridotto del 65% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. E secondo le banche d’investimento, il motivo di questo calo sarebbe dovuto ai prezzi deboli delle azioni, scesi fino al 30% per effetto delle parole di Hilary Clinton che aveva promesso di approfondire la ‘truffa dei prezzi’ dei medicinali nel caso fosse stata eletta alla Casa Bianca.
I titoli del settore sono ancora valutati oltre il 25% in meno del loro picco del 2015. E le operazioni di fusione e acquisizione sono rimaste deboli nonostante il bisogno da parte delle aziende farmaceutiche di espandersi in determinati settori, come l’oncologia e la neurologia, o di cedere unità di business che non rientravano nelle strategie aziendali. Trump ha anche dichiarato che ha intenzione di lavorare con il Congresso per consentire alle imprese statunitensi che faranno rientrare capitali dall’estero di pagare aliquote fiscali inferiori. Un’altra buona iniezione di fiducia per le società del settore. Pfizer, per esempio, sarebbe una delle principali aziende a beneficiare di una simile manovra, con più di 80 miliardi di dollari di fondi esteri che il CEOo, Ian Read, vorrebbe far rientrare.
Ovviamente, prima di ripartire con operazioni M&A, le aziende aspetteranno qualche mese, almeno per capire in che modo si muoverà Trump. E nel frattempo comunque le aziende continuano a guardarsi intorno. Pfizer, infatti, sarebbe interessata alla vendita dello spin-off delle attività di assistenza sanitaria rivolte ai consumatori, che potrebbe valere oltre 14 miliardi di dollari. Valeant, invece, a corto di liquidi, sarebbe in trattativa per vendere la sua unità gastro-intestinale, che potrebbe valere fino a 10 miliardi di dollari.
Fonte: Reuters Health News
(Versione italiana Daily Health Industrty)