Dopo il fallimento nella riduzione del rischio cardiovascolare del suo antidiabetico analogo del GLP-1, AstraZeneca ci riprova e presenta nuovi dati su Bydureon (exenatide) che ha mostrato, in due trial clinici, di poter ridurre in media dell’1,4% i livelli di emoglobina glicata e di quasi 1,5 chili il peso corporeo. Ma la caratteristica più importante sarebbe il dispositivo con cui viene somministrato, Bydureon Bcise. Questo dispositivo dispone di un sistema di erogazione a microsfere che consente un rilascio continuo del farmaco. AstraZeneca spera così che il prodotto riuscirà a distinguersi da altri della stessa classe, in un mercato molto difficile. Trulicity, di Eli Lilly, detiene 42% delle quote di mercato, con vendite che sono salite nel Q2 a 480,2 milioni di dollari, più che raddoppiate rispetto ai 201,3 milioni di dollari dello stesso periodo dello scorso anno. Victoza, di Novo Nordisk, vanta una fetta ancora più grande del mercato, pari al 52%, ed è l’unico farmaco della classe ad avere l’indicazione dei benefici a livello cardiovascolare, con una riduzione dimostrata del rischio di infarto, ictus e morte per cause cardiovascolari. E in più, l’azienda danese sta per lanciare sul mercato americano il nuovo analogo GLP-1, semaglutide, AstraZeneca comunque continua ad avere molta fiducia nel suo medicinale, soprattutto per i dati di follow-up che dimostrano che è sicuro anche dopo sette anni di somministrazione.