Immunoncologia: Astrazeneca punta sui farmaci che riparano il DNA

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(Reuters Health) – Farmaci in grado di agire sul meccanismo cellulare che agisce sul DNA danneggiato. Questa, che sembra essere la risposta concreta alla speranza di cura per alcuni tumori, è la nuova frontiera sulla quale si sta muovendo AstraZeneca sul fronte dell’immunoncologia.

Sebbene la risposta sul DDR (DNA Damage Response), sia un aspetto sul quale i ricercatori stanno ancora studiando, gli oncologi – secondo quanto dichiarato dal CEO dell’azienda, Pascal Soriot – si dicono “entusiasti per le potenzialità”.

Non solo Lynparza
Ad avviare il lavoro sulle modalità attraverso le quali le cellule riparano il DNA danneggiato è stato un team di scienziati svedesi, americani e turchi che l’anno scorso hanno ottenuto il premio Nobel per la Chimica. Recente invece, sul fronte industriale, è l’approvazione ottenuta da AstraZeneca per Lynparza, un primo farmaco oncologico che, sulla base di questa filosofia, distrugge la capacità fisiologica della cellula tumorale di riparare il DNA e di replicarsi, uccidendola. La multinazionale britannica sta attualmente studiando una combinazione di diversi farmaci che agiscono sul DDR. I risultati di Lynparza associato ad un inibitore sperimentale WEE1, saranno infatti presentati durante il prossimo congresso mondiale di oncologia (ASCO).

“E’ presto – aggiunge Soriot – per poter avere certezze, ma grazie al lavoro che stiamo portando avanti crediamo che saremo in grado di  curare il 40% dei pazienti affetti da cancro ovarico o al seno; una speranza che potrebbe riguardare, secondo i buoni risultati preclinici che abbiamo, anche il tumore ai polmoni. Saremo i primi e i soli in grado di lavorare sul DDR, perché ad oggi nessuno ha questi prodotti nel proprio portfolio”.

Gli altri concorrenti
La ricerca sul cancro si sta concentrando proprio su quei farmaci immunoncologici in grado di dotare il sistema immunitario degli strumenti adatti per combattere il tumore. Un fronte che vede impegnati grandi aziende quali AstraZeneca, Bristol-Myers Squibb, Merck e Roche.

L’impegno in oncologia da parte di AstraZeneca è molto forte soprattutto per il grande potenziale in termini di business che questo settore rappresenta. Una linfa vitale per l’azienda che recentemente ha visto scadere i suoi brevetti dell’anti-colesterolo Crestor e di Nexium per l’iperacidità gastrica.

La pipeline
Le attese di AstraZeneca di guadagnare il mercato sono rinforzate anche da trattamenti combinati attualmente in pipeline: Durvalumab e Tremelimumab. Gli studi clinici sull’efficacia del ‘cocktail’ di farmaci anticancro – secondo le stime dell’azienda – dovrebbero arrivare all’inizio del prossimo anno. Lo studio attualmente in corso, chiamato MYSTIC, è focalizzato sulla cura del tumore polmonare. I risultati sull’efficacia di Durvalumab, farmaco in grado di allungare le prospettive di vita, potrebbero anticipare le aspettative anche in termini di tempi grazie ad un processo di arruolamento dei pazienti che, come spiega ancora Soriot ,“sta procedendo rapidamente fino a raggiungere oggi un campione di 1.100 soggetti”.

Fonte: Reuters Health

 

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