Il trattamento di AstraZeneca Evusheld, a base di tixagevimab e cilgavimab, è in grado di indurre una protezione contro il rischio di progressione a COVID-19 grave o morte, rispetto al placebo. A evidenziarlo è quanto emerge dallo studio di fase III TACKLE, pubblicato da The Lancet Respiratory Medicine; i risultati migliori si otterrebbero quando il trattamento viene somministrato all’inizio del decorso della malattia.
La sperimentazione, randomizzata, multicentrica e in doppio cieco, è stata condotta su adulti non ricoverati con COVID-19 da lieve a moderato, che erano sintomatici da sette giorni o meno. Nello studio, il 90% dei partecipanti era ad alto rischio di progressione a malattia grave a causa di età o comorbidità.
Il trattamento ha ridotto il rischio relativo di progressione a COVID-19 grave o morte del 50% fino al giorno 29, rispetto al placebo, endpoint primario dello studio. Chi riceveva il trattamento entro tre giorni dall’esordio dei sintomi, inoltre, aveva una riduzione del rischio di COVID-19 grave o morte dell’88%, mentre la riduzione del rischio scendeva al 67% quando i partecipanti ricevano la terapia entro cinque giorni dalla manifestazione dei sintomi. E il trattamento, complessivamente, ha ridotto del 72% il rischio di insufficienza respiratoria, come endpoint secondario.
Secondo Hugh Montgomery, dell’Intensive Care Medicine all’University College di Londra e principal investigator dello studio, “una dose intramuscolare di Evusheld può impedire alle persone a rischio di progredire verso un COVID-19 grave, con il trattamento precoce che porta a risultati ancora migliori”. L’azienda britannica discuterà di questi risultati con le autorità regolatorie, sia nel trattamento che nella profilassi del COVID-19 grave.