Ruota intorno alle sperimentazioni di marizomib, l’inibitore del proteasoma, l’accordo stretto tra Celgene e Triphase, l’azienda che quel farmaco lo ha messo a punto. I dettagli della partnership, che non sono stati resi noti almeno per quel che riguarda la parte economica, dovrebbero far andare avanti le sperimentazioni del farmaco nel trattamento di diverse forme tumorali. Nello specifico, si tratta di un trial clinico di fase I contro il mieloma multiplo con ricadute o che non risponde alle terapie, di una sperimentazione in fase media nel trattamento del glioma recidivante e un’altra di fase I nel glioma di nuova diagnosi. Marizomib sarà testato sia nella somministrazione per via iniettabile, sia in quella per via orale.
Tra le due aziende sono intercorsi già altri accordi, come quello per testare la combinazione di marizomib e Imnovid (pomalidomide), di Celgene, insieme a desametasone, nei pazienti con recidive di mieloma multiplo o con una forma refrattaria di questo tumore. Il farmaco di Triphase è anche in studio insieme ad Avastin (bevacizumab), di Roche, in alcuni pazienti con cancro al cervello. Marizomib è un inibitore del proteasoma, un complesso cellulare deputato alla degradazione dei composti di aminoacidi, i polipeptidi. Il principale vantaggio di questo farmaco è la sua capacità di attraversare la barriera emato-encefalica e penetrare così nel cervello. “Questa acquisizione conferma le potenzialità di marizomib sulla base dei risultati iniziali – ha sottolineato Mohit Trikha, capo dell’ufficio strategico di Triphase Accelerator -Puntiamo a diventare una società leader nello sviluppo di farmaci in fase iniziale e questo accordo ci porta più vicini al raggiungimento del nostro obiettivo”. Per quale che riguarda Celgene, invece, l’accordo non è il primo nel tentativo di sviluppare antitumorali che colpiscano le diverse forme di cancro del cervello. A luglio l’azienda americana aveva finanziato la piccola Oncorus con 57 milioni di dollari per lo sviluppo di virus oncolitici di nuova generazione per il trattamento del glioblastoma. “Mettere il paziente in primo piano rientra negli impegni della nostra azienda – ha spiegato il presidente dell’unità di ematologia oncologica di Celgene, Michael Pehl – per questo puntiamo al trattamento del glioblastoma, una forma tumorale per la quale le terapie mediche ancora scarseggiano”.