AstraZeneca è l’ultima grande azienda farmaceutica a scommettere sui prodotti radiofarmaceutici per il trattamento del cancro. E lo fa acquisendo Fusion Pharmaceuticals, già partner biotecnologico dal 2020. Costo dell’operazione: 2,4 miliardi di dollari.
AstraZeneca comprerà tutte le azioni di Fusion, al prezzo di 21 dollari l’una, per un totale di circa 2 miliardi di dollari. La pharma anglo-svedese potrà aggiungere altri 3 dollari per azione attraverso uno strumento finanziario, noto come “diritto di valore contingente”, se Fusion raggiungerà un traguardo normativo non ancora specificato.
L’acquisizione di Fusion da parte di AstraZeneca rappresenta l’11° buyout biofarmaceutico del 2024.S i tratta, inoltre, della terza grande transazione recente che coinvolge un produttore di radiofarmaci, dopo l’operazione da 1,4 miliardi di dollari di Eli Lilly per Point Biopharma, conclusa a ottobre 2023, e l’acquisizione di RayzeBio da parte di Bristol Myers Squibb per 4,1 miliardi di dollari, avvenuta nel mese di dicembre.
“Tra il 30 e il 50% dei pazienti colpiti da cancro è sottoposto attualmente a radioterapia; l’acquisizione di Fusion promuove la nostra ambizione di trasformare questa opzione terapeutica con radioconiugati di nuova generazione”, osserva Susan Galbraith, Executive Vice President of Oncology Research and Development di AstraZeneca.
Il candidato principale di Fusion è diretto al cancro alla prostata metastatico ed è attualmente in sperimentazione di fase II. Il farmaco somministra ai tumori un isotopo radioattivo L’inizio di uno studio pivotale è previsto per il secondo trimestre di quest’anno.
La pipeline della biotech comprende anche un altro radiofarmaco in fase I di sperimentazione per la cura di alcuni tumori solidi e altri due candidati in fase iniziale di sperimentazione.