Presto un videogioco potrebbe essere utilizzato per individuare segni precoci della Malattia di Alzheimer. Dal 2014 Pfizer e Akili Interactive Labs lavorano a questo obiettivo: ora due aziende stanno per presentare dei dati che dimostrano che la tecnologia di Akili può distinguere tra i pazienti con e senza amiloidosi cerebrale. Un evidenza che potrebbe gettare le basi per l’implementazione di una metodica non invasiva in grado di rilevare i depositi di amiloide nel cervello.
Akili sta lavorando su valutazioni cognitive e trattamenti che vengono diffusi attraverso la sua piattaforma proprietaria di videogiochi, Project:EVO. Oltre alla Malattia di Alzheimer, l’azienda sta testando l’applicabilità del suo approccio alla depressione, all’autismo, ai traumi cerebrali e al Disturbo da deficit di attenzione (Adhd).
Obiettivo: “biomarcatori digitali”
La partnership tra Akili e Pfizer ha cercato di scoprire una correlazione tra i “biomarcatori digitali” di Akili e uno o più marcatori neurologici accettati per le forme asintomatiche della Malattia di Alzheimer, spiega Akil in un comunicato. I pazienti ammessi allo studio in doppio cieco sono stati sottoposti a una Pet per determinare se avessero una placca amiloide nel cervello, segno distintivo della Malattia di Alzheimer. Hanno anche ricevuto un work-up neurologico, tra cui la risonanza magnetica e sono state misurate memoria e attenzione. La tecnologia Akili, fornita come un videogioco di azione veloce su tablet, è stata in grado di distinguere tra soggetti sani che avevano depositi di amiloide nel loro cervello e soggetti di pari età senza amiloide. Quella con Pfizer non è l’unica partnership avviata da Akili . L’azienda da lavorato con Shire Pharmaceuticals per strutturare e avviare uno studio clinico di Project:EVO nell’Adhd pediatrica e ha collaborato con Autism Speaks per testare la tecnologia nei bambini con autismo e deficit di attenzione concomitanti.