Il piano di eradicazione dell’Epatite C diventa ufficiale. Arriverà a strettissimo giro di posta una determina di Aifa che ufficializza gli 11 nuovi criteri di trattamento (già varati la scorsa settimana) consentendo quindi a tutti i 240mila pazienti – per i quali la terapia farmacologica è indicata e appropriata – di ricevere le cure nei prossimi tre anni. Criteri definiti con le società scientifiche che saranno implementati nei Registi di monitoraggio di Aifa al lavoro già da tempo per diventare pienamente operativi. Una svolta ufficiale quindi per i pazienti che potranno mettersi in lista per essere presi in carico dagli specialisti nei 226 centri prescrittori per essere trattati con i farmaci di ultima generazione. Invece, sul fronte delle trattative per la rimborsabilità e la fissazione del prezzo del farmaco, la partita si giocherà in sede di Ctr calendarizzato per la prossima settimana. Ad annunciare le novità, di quella che è stata definita una “svolta epocale”, Mario Melazzini, il Direttore generale dell’Aifa, affiancato da specialisti e pazienti, che nel corso di una conferenza stampa nella sede dell’Agenzia ha voluto ringraziare il ministro della Salute Beatrice Lorenzin che ha “fortemente voluto l’attuazione del piano di eradicazione della malattia “con la strutturazione dei fondi per farmaci innovativi, i pazienti affetti da epatite e da comorbilità che si sono “messi totalmente a disposizione con gli specialisti” e tutta la struttura Aifa che ha “contribuito e permesso di rispondere alle indicazioni elaborate”. E, but last not least, le Regioni con le quali, ha ricordato Melazzini, è stato interamente condiviso tutto il percorso per arrivare a sconfiggere l’Epatite C. “Concretizziamo un percorso e sanciamo i criteri di trattamento per curare tutti i pazienti italiani che saranno presi in carico nei Centri con le molecole a disposizione – ha spiegato Melazzini – in settimana sarà emanata una Determina in cui saranno allegati i nuovi criteri. Questo proprio perché verba volant scripta manent, nonostante non ce ne sarebbe bisogno in quanto tutte le tappe del percorso sono state condivise con le Regioni. I primi dieci giorni di aprile i registri saranno aggiornati con i nuovi criteri, con la possibilità di ritrattamento per quei pazienti che hanno fallito la terapia. Da oggi in poi parleranno i fatti”. Periodicamente ha poi spiegato il Direttore di Aifa, saranno attuati degli aggiornamenti e monitorate le attività. Per questo ha invitati le associazioni dei pazienti a segnalare eventuali criticità con l’obiettivo di correggerle.
I centri prescrittori
Nella lotta all’Epatite C viene anche previsto l’ampliamento degli centri abilitati alla prescrizione: dagli attuali 226 si potrà arrivare a 273, in accordo con le Regioni, nel caso in cui si ritenesse necessario. E l’incremento dei trattamenti sarà facilitato dal fatto che, per curare forme meno gravi della patologia saranno disponibili cicli di trattamento più brevi (anche 8 settimane) rispetto a quelli utilizzati negli stadi più gravi. “Essendo realisti – ha aggiunto Melazzini – sappiamo che ci sono Centri con delle criticità alcuni non sono in overbooking e possono quindi prendersi carico del trattamento di altri pazienti”. Insomma, sul piano strettamente operativo la mano passa alle Regioni a cui spetterà il compito di garantire ai loro pazienti l’accessibilità ai nuovi farmaci. “Tutte le nostre proposte, oltre che condivise con il ministero – ha comunque aggiunto Melazzini – saranno portare all’attenzione della Commissione salute delle Regioni”.
I negoziati con le aziende farmaceutiche
Per quanto riguarda invece i negoziati con le aziende farmaceutiche per la determinazione del prezzo di acquisto a carico del Ssn, le trattative continuano ad andare avanti: il Comitato Prezzi e Rimborso è stato calendarizzato la prossima settimana. “Tutte le Aziende, tranne una, hanno risposto in maniera positiva ai tre modelli che perseguiamo, ossia etica, responsabilità sociale e sostenibilità economica – ha detto Melazzini – le trattative quindi sono ancora aperte e la settimana prossima ci sarà un incontro, vedremo come andrà”. “Un risultato storico che ci proietta a livello mondiale tra le prime 10 nazioni che hanno concesso il trattamento a tutti i malati. Un motivo di grande orgoglio per l’intero Paese” ha sottolineato Ivan Gardini, presidente di EpaC Onlus, l’associazione che riunisce pazienti ma anche medici, avvocati, nutrizionisti: “Un risultato storico ottenuto grazie alla caparbietà del ministro Lorenzin – ha aggiunto – grazie ora ai nuovi criteri ci saranno linee di priorità ma sarà lasciata al medico curante di curare la facoltà di decidere non solo in base al livello di malattie ma anche in considerazione del quadro sociale del paziente. Con questo metteremo fine ai viaggi verso paesi come l’India per procurarsi i farmaci a costi accessibili. Le liste di attesa saranno scadenzate sempre dal medico curante e i pazienti potranno anche migrare nei Centri dove le liste di attesa sono minori. La palla è però in mano alle regioni. E noi – ha concluso – faremo da sentinella per segnalare situazioni anomale che costituiscano disagio o blocchi di accesso al farmaco affinché siano rimossi”.
I “super farmaci”
Attualmente, i “super farmaci” disponibili per il trattamento dell’epatite C sono sei: tra questi i più noti Sovaldi e Harvoni. Ma anche anche Viekirax + Exviera, Olysio, Daklinza e Zepatier. Ma a breve saranno disponibili in commercio nuovi farmaci per il trattamento dell’Epatite C, caratterizzati da maggior efficacia e minore durata di terapia rispetto alle opzioni terapeutiche oggi disponibili. Attualmente è corso presso l’Aifa la negoziazione per la rimborsabilità e la fissazione del prezzo del farmaco Epclusa (sofosbuvir/velpatasvir) per il trattamento di tutti i genotipi (azione pan-genotipica) del virus Hcv ed è attesa entro giugno 2017 l’autorizzazione con procedura accelerata da parte dell’Agenzia europea per i farmaci (Ema) di un’ulteriore specialità medicinale (glecaprevir/pibrentasvir) anch’essa ad azione pan-genotipica. Inoltre, numerose associazioni di principi attivi e nuove combinazioni sono in sperimentazione nei trial clinici al fine di ampliare il numero di opzioni terapeutiche, soprattutto per i sottogruppi di pazienti più difficili da trattare, di ridurre la durata della terapia e aumentare al maneggevolezza della cura.