La Determina 458 dell’Agenzia Italiana del farmaco sulle gare tra farmaci “terapeuticamente equivalenti” non piace a medici e pazienti. La posizione è contenuta in un position paper che ha coagulato circa 20 sigle di associazioni di cittadini, professionisti sanitari e società scientifiche.
“La Determina 458, ad oggi sospesa, ma non ancora ritirata – si legge in una nota – se applicata, porterebbe a conseguenze gravi su diversi fronti”. Prevede infatti che farmaci contenenti principi attivi diversi tra loro, ma appartenenti alla stessa classe, potrebbero essere sostituibili, pur in assenza di evidenze scientifiche robuste. Questo principio si applicherebbe anche a farmaci già in uso. “Tale meccanismo – prosegue il position paper – è stato disegnato con il solo obiettivo di tagliare i costi, senza considerare che le caratteristiche della persona possano richiedere farmaci con caratteristiche intrinseche differenti seppure raggruppate nella stessa categoria terapeutica”. “Questo approccio – commenta Tonino Aceti, coordinatore nazionale del Tribunale per i diritti del malato – contrasterebbe con l’approccio più moderno della medicina personalizzata. Inoltre come sottolineano le società scientifiche, manca anche di quel supporto scientifico necessario per assumere tali decisioni”. I medici di medicina generale ribadiscono le riserve espresse già all’epoca della pubblicazione della determina Aifa, che sottolinea Silvestro Scotti, neoeletto segretario nazionale Fimmg, “mette in discussione l’autonomia professionale del medico e obbliga il paziente a rinunciare alla continuità e personalizzazione delle cure o a doverle pagare”.