Acquisizioni, ora a chi tocca?

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Gli investitori sono rimasti sorpresi dall’acquisto di Allergan da parte di AbbVie. Gli analisti di RBC Capital Markets a New York, osservando ciò che accadeva, si sono chiesti: ci saranno altri takeouts nella Big Pharma nelle settimane a venire, nonostante questa reazione negativa?

La RBC ha lanciato un breve sondaggio e lo ha inviato ai clienti, chiedendo loro di prevedere se l’attività di fusione e acquisizione rimarrà forte nel settore e, in caso affermativo, quali società potrebbero essere protagoniste.

L’obiettivo di takeout più popolare citato dagli intervistati di RBC è stato uniQure, pioniere della terapia genica che ha commercializzato a fatica, in Europa, il suo prodotto da 1 milione di dollari, Glybera e che non ha rinnovato l’autorizzazione alla commercializzazione del prodotto quando è scaduta nel 2017. Ma ha poi condotto degli studi di fase tre per testare una terapia genica per l’emofilia.

La settimana scorsa sono emersi rapporti che indicano come uniQure sta valutando le opzioni per una vendita o una partnership. Gli analisti sostengono che Novo Nordisk, Pfizer e Sanofi siano i pretendenti più probabili. Ma dovranno sborsare parecchio: le azioni di uniQure, quest’anno, sono salite alle stelle, oltre il 160%.

Il matrimonio tra AbbVie e Allergan è l’ultima dimostrazione di una ripresa delle fusioni e acquisizioni nella biofarmaceutica quest’anno.

Il primo indizio che il 2019 sarebbe stato un anno importante per il dealmaking è emerso a dicembre dello scorso anno, quando GSK ha pagato 5 miliardi per avere Tesaro.

Bristol-Myers Squibb ha poi dato il via al nuovo anno annunciando l’acquisto da 74 miliardi di dollari di Celgene ed Eli Lilly ha acquisito Loxo Oncology per 8 miliardi.Roche sta cercando di acquistare Spark Therapeutics per 4 miliardi di dollari.

Biogen, un probabile target
Diverse altre società, di dimensioni variabili, sono state citate dagli intervistati di RBC come i prossimi obiettivi di acquisizione più probabili. AstraZeneca e Biogen sono state le più citate tra le grandi aziende biofarmaceutiche. Gli investitori hanno indicato Biohaven, Blueprint Medicines e Medicines Company come la più appetibile tra le aziende più piccole.

Il sentimento prevalente è che il settore farmaceutico per il resto del 2019 “sarà alimentato dall’attività di fusione e acquisizione”, scrivono gli analisti, anche se “è difficile prevedere gli accordi importanti e la maggior parte saranno accordi di piccola entità, e ad uno stadio più precoce, tenendo conto di valutazioni più favorevoli “.

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