AbbVie: arriva in Italia la combo foslevodopa/foscarbidopa in infusione sottocutanea per Parkinson in fase avanzata

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AbbVie annuncia l’arrivo in Italia della combo foslevodopa/foscarbidopa (uso sottocutaneo) per il trattamento della malattia di Parkinson in fase avanzata, nei pazienti rispondenti a levodopa, con gravi fluttuazioni motorie e ipercinesia o discinesia, nel caso in cui le combinazioni di medicinali disponibili per la patologia non abbiano dato risultati soddisfacenti.

Quella di AbbVie è la prima e unica terapia a base di foslevodopa/foscarbidopa in infusione sottocutanea a somministrazione continua, 24 ore su 24, che può aiutare i pazienti a prolungare il periodo “on”, in cui i sintomi sono ben controllati.

“Le persone che convivono con il Parkinson devono affrontare sfide quotidiane e incertezze, soprattutto quando la malattia progredisce e i sintomi non sono più adeguatamente controllati, nonostante l’ottimizzazione delle terapie. In questa fase i pazienti tendono a sperimentare una maggiore disabilità e una ridotta capacità di svolgere le attività della vita quotidiana” osserva Annalisa Iezzi, Direttore Medico di AbbVie“, Per questo, negli anni, la nostra ricerca e sviluppo si è indirizzata sempre più verso lo studio di soluzioni che permettano ai pazienti e alle loro famiglie una migliore gestione della patologia e della propria quotidianità, anche nelle ore più difficili, come quelle serali e notturne”.

Gli studi a supporto
Lo sviluppo della nuova combinazione è stato supportato da due studi di Fase III: uno studio della durata di 12 mesi (studio M15-741) che ha valutato la sicurezza, la tollerabilità e l’efficacia a lungo termine dell’infusione sottocutanea continua; e uno studio della durata di 12 settimane (studio M15-736) che ha confrontato l’efficacia e la sicurezza della combinazione foslevodopa/foscarbidopa con la levodopa/carbidopa per via orale2.

“Questa approvazione rappresenta un progresso significativo per i pazienti affetti dalla malattia di Parkinson, che storicamente hanno avuto opzioni di trattamento limitate per gli stadi avanzati” sottolinea Angelo Antonini, Professore di Neurologia presso il Dipartimento di Neuroscienze dell’Università di Padova, “Quando il trattamento orale non è più sufficiente a migliorare le fluttuazioni motorie, i pazienti hanno bisogno di opzioni alternative. L’infusione 24 ore su 24 consente una somministrazione continua di levodopa, che è tuttora il gold standard della terapia”.

“Il Parkinson, nella sua progressione, può richiedere un notevole impegno fisico ed emotivo non solo per i pazienti ma anche per chi si ne prende cura e per le famiglie, che spesso svolgono un ruolo di supporto fondamentale nella loro vita quotidiana” conclude Michele Tinazzi, Professore Ordinario di Neurologia presso il Dipartimento di Neuroscienze, Biomedicina e Movimento dell’Università di Verona e Presidente della Società Parkinson e Disordini del Movimento, “La ricerca scientifica rende oggi disponibile una nuova strategia terapeutica che può migliorare la qualità di vita dei pazienti. È fondamentale adesso garantire a tutti un accesso omogeneo alla cura nelle diverse Regioni italiane e favorire una migliore gestione di questi pazienti anche nella fase avanzata di malattia”.

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