(Reuters Health) – Variazioni a livello dei rimborsi da parte delle assicurazioni e incertezza dovuta al cambiamento politico: sarebbero queste le cause che hanno portato 21st Century Oncology Holdings, una rete di centri per il trattamento dei tumori negli USA, a dichiarare ieri il fallimento. La società, con sede in Florida, ha dichiarato però che la bancarotta non inciderà sul lavoro dei suoi 179 Centri di trattamento, presenti in 17 Stati USA e in America Latina, grazie a un accordo che ridurrà il suo debito di 500 milioni di dollari. Secondo il CEO ad interim Paul Rundell, la bancarotta sarebbe dovuta alla riduzione delle entrate per i trattamenti, ai costi per rispettare i regolamenti in materia di registrazioni elettroniche e alle spese per contenziosi. La società avrebbe pagato circa 55 milioni di dollari per risolvere le accuse di aver addebitato a programmi di Governo servizi che non erano necessariamente medici. Inoltre, c’è un’indagine in corso secondo la quale la società americana avrebbe violato i dati di circa 2,2 milioni di pazienti. Infine, “il cambiamento a livello politico ha messo incertezze nel mercato delle assicurazioni sanitarie”, ha spiegato Rundell. La rete dei centri 21st Century Oncology è stata fondata nel 1983 da un gruppo di medici fino a quando è stata acquistata nel 2008 dal fondo Vestar Capital Partners per circa un miliardo di dollari. Nel 2014 ha tentanto di rientrare nel mercato azionario, ma ha raccolto solo 325 milioni di dollari grazie a un investimento da parte del Canada Pension Plan Investement Board. I creditori hanno accettato di fornire 75 milioni di dollari per capitale, mentre una parte ha deciso di investire 75 milioni di dollari per riorganizzare il business. Il nuovo investimento è guidato da diversi fondi tra cui JP Morgan Investment Management, Oaktre Capital Management e Roystone Capital Management.
Fonte: Reuters Health News
(Versione italian per Daily Health Industry)