Vaccino antipneumococco PCV20, uno studio Hta lo promuove come nuova arma contro le infezioni pneumococciche nei bambini

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L’adozione del vaccino PCV20 rappresenta un’importante innovazione nella lotta contro le infezioni pneumococciche, con potenziali benefici significativi per la salute pubblica italiana. E’ quanto emerge dal documento di Health Technology Assessment (HTA) del vaccino coniugato 20-valente (PCV20) per la prevenzione delle infezioni causate da Streptococcus pneumoniae in età pediatrica in Italia pubblicato sui quaderni dell’Italian Journal of Public Health World.

Il gruppo di ricerca di Altems Advisory, spin-off dell’Università Cattolica del Sacro Cuore – Sede di Roma, ha realizzato il rapporto per fornire una panoramica del potenziale impatto dell’introduzione di questa alternativa vaccinale sulla salute della popolazione pediatrica e sul Servizio Sanitario Nazionale. A tal fine, è stata effettuata una revisione della letteratura esistente. Le evidenze sono state selezionate in base a criteri di inclusione prestabiliti e organizzate sulla base dei principali domini di HTA seguendo il framework dell’European Network for Health Technology Assessment (EUnetHTA) Core Model (versione 3.0). Durante lo sviluppo di questo documento, è stata condotta, da parte di un gruppo multidisciplinare di esperti clinici, una valutazione approfondita delle evidenze raccolte, al fine di perfezionare e organizzare i risultati dello studio precedentemente analizzati da due ricercatori in cieco.

Il PCV20 è stato progettato per colmare un sostanziale fabbisogno insoddisfatto a causa dei sierotipi non coperti dai PCV precedentemente autorizzati e per ottimizzare la gestione delle conseguenze e minimizzare il carico della malattia pneumococcica. Come i suoi predecessori, il PCV20 mira a ridurre l’incidenza delle infezioni pneumococciche gravi come polmonite, meningite e sepsi, che sono associate a tassi elevati di morbilità e mortalità, ampliando lo spettro di sierotipi coperti. La prevenzione di queste malattie non solo diminuisce il tasso di incidenza e mortalità ad esse correlati, ma riduce anche il tasso di complicazioni nel lungo termine. L’ampliamento della copertura sierotipica è significativo nella prevenzione delle malattie correlate ad infezione da S.pneumoniae poiché la prevalenza di alcuni di questi sierotipi aggiuntivi è aumentata e si è associata all’insorgere di patologie gravi. Il PCV20 si distingue dunque dai precedenti vaccini per la sua capacità di offrire una protezione ampliata contro 20 sierotipi del batterio S. pneumoniae. Questo aspetto è cruciale poiché le infezioni pneumococciche rappresentano una delle principali cause di mortalità infantile a livello globale e in Italia: secondo l’Istituto Superiore di Sanità (Iss), nel 2023 l’incidenza della malattia pneumococcica nei bambini sotto l’anno di età è stata di 10,41 casi ogni 100.000 abitanti, con un aumento rispetto agli anni precedenti. Il vaccino PCV20 mira a ridurre significativamente questa incidenza, proteggendo non solo i bambini, ma anche anziani e persone con condizioni mediche preesistenti.

Il nuovo report evidenzia l’importanza di questa nuova tecnologia sanitaria nel proteggere i bambini italiani dalle gravi conseguenze di patologie come polmonite, meningite e otite media acuta. Gli studi clinici hanno dimostrato che il PCV20 offre un profilo di sicurezza comparabile ai precedenti vaccini, con effetti collaterali lievi o moderati, come dolore nel sito di iniezione e febbre temporanea. L’efficacia si è rivelata elevata, con una risposta immunitaria robusta e duratura. L’introduzione del PCV20 nel Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale (PNPV) è considerata una misura chiave per ridurre le infezioni da S. pneumoniae, limitando così i costi legati a ricoveri ospedalieri e cure mediche. Inoltre, il vaccino contribuisce a contrastare il fenomeno della resistenza agli antibiotici, riducendo la necessità di trattamenti farmacologici. Infine, gli studi clinici hanno dimostrato che il PCV20 offre un profilo di sicurezza comparabile ai precedenti vaccini, con effetti collaterali lievi o moderati, come dolore nel sito di iniezione e febbre temporanea. L’efficacia si è rivelata elevata, con una risposta immunitaria robusta e duratura.

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