USA vs Cina. Chi vincerà la sfida del biotech?

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Gli Stati Uniti rischiano di perdere la competizione con la Cina nel settore biotecnologico. A lanciare l’allarme è un organo bipartisan – la National Security Commission on Emerging Biotechnology, istituita dal Congresso USA nel 2022 – nel rapporto “Charting the Future of Biotechnology”, pubblicato martedì 8 aprile, dal quale emerge la necessità che il settore biotech a stelle e strisce venga rilanciato con nuove politiche strategiche e finanziarie.

Per partire in questo new deal del biotech, scrive la Commissione, occorrono almeno 15 miliardi di dollari, da stanziare nei prossimi cinque anni, sotto la regia di un nuovo National Biotechnology Coordination Office, direttamente collegato alla Casa Bianca.

“La Cina sta rapidamente arrivando al dominio biotecnologico”, si legge nel rapporto. “Per rimanere competitivi, gli Stati Uniti devono agire rapidamente nei prossimi tre anni. Altrimenti, rischiamo di rimanere indietro e si tratterebbe di una battuta d’arresto dalla quale potremmo non riprenderci mai”.

Composta da 11 membri, la National Security Commission on Emerging Biotechnology ha trascorso gli ultimi due anni a studiare lo stato della concorrenza biotecnologica tra gli Stati Uniti e altri Paesi, con un occhio particolare alla Cina.

“Gli Stati Uniti sono impegnati in una competizione tecnologica con la Cina che caratterizzerà il prossimo secolo”, afferma Todd Young, presidente della Commissione e senatore repubblicano dello Stato dell’Indiana, “Quello della biotecnologia è il campo della sfida che ci aspetta adesso”. La Cina, in pochi anni, ha guadagnato un vantaggio competitivo grazie a un avanzato ecosistema industriale e di ricerca e all’avvento di nuovi strumenti di intelligenza artificiale, che ha rapidamente adottato. Il tutto con un’attenta e  attiva partecipazione del Governo del Paese asiatico.

Sostenere le startup, regolare gli investimenti in uscita
Tra le numerose raccomandazioni formulate, la National Security Commission on Emerging Biotechnology mette al primo posto quella dell’istituzione di un “Independence Investment Fund”, capace di sostenere le nuove startup e di implementare una rete pre-commerciale di impianti di produzione biotecnologici nel territorio statunitense.

La Commissione, inoltre, chiede regole chiare sugli investimenti in uscita per “garantire che il capitale statunitense non sostenga lo sviluppo cinese”. Queste regole, però, potrebbero complicare il processo di autorizzazione avanzato dalle aziende statunitensi per i nuovi farmaci sperimentali sviluppati da pharma cinesi, anche se il rapporto non indica specificamente di vietare accordi di cooperazione scientifica.

 

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