Roche e Zealand Pharma hanno stretto una partnership per lo sviluppo e la commercializzazione di petrelintide – un analogo dell’amilina – il principale candidato per la terapia dell’obesità della biotech danese. L’accordo prevede un pagamento iniziale di 1,65 miliardi di dollari a favore di Zealand; cifra che potrebbe salire a 5,3 miliardi di dollari sulla base dei risultati degli studi di Fase III relativi alla molecola e delle prestazioni commerciali.
Zealand e Roche svilupperanno e commercializzeranno insieme petrelintide, sia come monoterapia, sia in terapie combinate.
La prima combinazione pianificata negli studi abbinerà petrelintide al candidato agonista del peptide 1 simile al glucagone/polipeptide inibitorio gastrico (GLP-1/GIP) di Roche, CT-388.
Ereditato dalla pharma svizzera con l’acquisizione di Carmot Therapeutics per 2,7 miliardi di dollari, CT-388 ha dimostrato una certa efficacia nei primi studi svolti. In uno studio di Fase Ib (NCT04838405), i partecipanti che hanno assunto il candidato hanno ottenuto una perdita di peso media del 18,8% a 24 settimane.
CT-388 è attualmente protagonista di due studi clinici di Fase IIb in soggetti in sovrappeso/obesi (NCT06628362), con e senza diabete di tipo 2 (NCT06525935).
Come parte dell’accordo di collaborazione, Zealand contribuirà con 350 milioni di dollari allo studio della combo CT-388/petrelintide. Le aziende condivideranno profitti e perdite al 50% negli Stati Uniti e in Europa, mentre Zealand riceverà royalties scaglionate sulle vendite nette in altri mercati globali.
Petrelintide è attualmente in fase di valutazione nello studio clinico di Fase II ZUPREME (NCT06662539). Mentre i GLP-1RA, come semaglutide, agiscono stimolando la secrezione di insulina, riducendo i livelli di glucagone e rallentando lo svuotamento gastrico, gli analoghi dell’amilina come petrelintide agiscono attraverso un meccanismo diverso. Imitando l’ormone amilina, sopprimono la secrezione di glucagone, rallentano lo svuotamento gastrico e ripristinano la sensibilità alla leptina, l’ormone della sazietà.
Zealand ha nella propria pipeline anche un altro candidato per la terapia dell’obesità, survodutide, un agonista duale del recettore glucagone/GLP-1 sviluppato in collaborazione con Boehringer Ingelheim.
Su survodutide sono già in corso studi di Fase III che ne valutano l’efficacia nell’obesità e nella steatoepatite associata a disfunzione metabolica (MASH).