MSD ha avviato uno studio di fase 3 relativo all’anticorpo monoclonale anti-ROR1 zilovertamab vedotin (zilo-V) come trattamento per il linfoma diffuso a grandi cellule B (DLBCL) non precedentemente trattato. Viene così consolidata la posizione all’avanguardia dell’anticorpo farmaco-coniugato nel campo delle terapie sperimentali contro questo target.
Nel contesto della terapia di questa comune forma di linfoma non-Hodgkin (NHL), lo studio waveLINE-010 sta confrontando zilo-V in combinazione con rituximab più ciclofosfamide, doxorubicina e prednisone (R-CHP), con rituximab più ciclofosfamide, doxorubicina, vincristina e prednisone (R-CHOP).
Zilo-V è stato aggiunto alla pipeline di MSD con l’acquisto di VelosBio per 2,75 miliardi di dollari, avvenuto alla fine del 2020, come parte del progetto di costruire una pipeline di ADC che da allora è stata ulteriormente ampliata tramite accordi di licenza che coinvolgono Daiichi Sankyo e Kelun-Biotech.
La decisione di sperimentare il farmaco in studi pivotali per questa indicazione terapeutica la seguito ai dati incoraggianti emersi dallo studio di fase 2, waveLINE-007, e riportati alla conferenza dell’American Society of Haematology (ASH) dello scorso anno. Infatti, i risultati mostrano che questo regime di cura ha raggiunto un tasso di risposta completa del 100% in 15 pazienti trattati con la dose migliore di ADC.
La maggior parte dei pazienti (93%) ha avuto una durata della risposta di almeno 12 mesi con una dosaggio di 1,75 mg/kg di zilo-V ed è proprio questa quantità che sarà testata nel nuovo studio di fase 3. L’endpoint primario del trial è la sopravvivenza libera da progressione (PFS), mentre la sopravvivenza globale rientra tra gli outcome secondari. L’ADC è stato associato a tossicità dose-limitante a livelli più elevati. Tra gli effetti avversi sono segnalati diarrea grave, polmonite e neutropenia febbrile.
Insieme a waveLINE-010, MSD (nota come Merck & Co negli Stati Uniti e in Canada) sta anche conducendo uno studio di fase ⅔, waveLINE-003, nel campo del DLBCL recidivato o refrattario.
ROR1 è una proteina cellulare normalmente presente nei tessuti embrionali ma assente nei tessuti adulti. Può comparire in alcune cellule maligne e ciò lo rende, in prospettiva, un possibile bersaglio di una terapia mirata contro il cancro. Si pensa che questa proteina inibisca la morte cellulare programmata (apoptosi), che dovrebbe verificarsi quando le cellule diventano difettose, ed è stata associata a una vasta gamma di tumori solidi ed ematologici.
Zilo-V è uno dei numerosi farmaci anti-ROR1 in fase di sviluppo insieme a CS5001 di CStone Pharma. Quest’ultima ha recentemente iniziato uno studio internazionale di fase 1b dell’anticorpo bispecifico ROR1xCD3 NVG-111 di NovalGen e dell’ADC STRO-003 di Ipsen/Sutro Biopharma.
lo sviluppo di un altro candidato (NBE-002), derivante dall’acquisizione di NBE Therapeutics da parte di Boehringer Ingelheim nel 2020, è stato interrotto a causa di problemi di tossicità insieme alle terapie CAR-T di Lyell e Oncternal.
Il DLBCL rappresenta fino al 30% di tutti i casi di NHL in tutto il mondo con circa 25.000 diagnosi annue negli Stati Uniti. Il tasso di sopravvivenza a cinque anni per questa forma di linfoma va dal 60 al 70%.