Il 2024 di Merck KGaA si è concluso con una crescita degli utili, sostenuta da un’ottima performance del business healthcare, che ha registrato un aumento delle vendite nette pari 7%, raggiungendo gli 8,5 miliardi di euro. Quello dell’oncologia è stato il settore trainante di questa performance, con un aumento delle vendite del 12,7% e un fatturato che si è attestato a 2 miliardi di euro.
A conquistare la prima posizione tra i farmaci più venduti è stato cetuximab (Erbitux) – anticorpo monoclonale utilizzato nel trattamento di alcuni tumori della testa e del collo e del cancro del colon-retto – che ha prodotto un fatturato pari a 1,16 miliardi di euro.
Ma fare notizia in questi giorni è l’interessamento dell’azienda tedesca per SpringWorks Therapeutics, una giovanissima biotech statunitense- è stata fondata nel 2017 – specializzata proprio in oncologia.
Un interessamento anticipato un mese fa da Reuters e confermato dalla stessa Merck KGaA, anche se la pharma di Dortmund si è affrettata a precisare che la trattativa è appena agli inizi e il CEO Belén Garijo ha affermato, in una conferenza stampa, che per il 2025 sono previste solo operazioni mirate e a basso rischio.
A far gola a Merck KGaA è il portafoglio di terapie oncologiche mirate di SpringWorks, che annovera farmaci come nirogacestat (Ogsiveo) – approvato dalla FDA nel novembre 2023 per il trattamento dei tumori desmoidi – e l’inibitore MEK mirdametinib (Gomekli), che ha ricevuto il via libera dell’ente regolatorio statunitense nel mese di febbraio per il trattamento della neurofibromatosi di tipo 1 (NF1).
Secondo il Pharma Intelligence Center di GlobalData, mirdametinib potrà generare fino a 564 milioni di dollari di vendite globali entro il 2030, mentre quelle di nirogacestat – che nel solo Q4 2024 ha fatto incassare a SpringWorks, 61,5 milioni di dollari – dovrebbero raggiungere 1,2 miliardi di dollari entro lo stesso anno.