Talquetamab, anticorpo bispecifico umanizzato, sviluppato da Johnson & Johnson, è ora rimborsato in Italia.
Il farmaco, con somministrazione per via sottocutanea e pronto all’uso, è indicato in monoterapia per il trattamento di pazienti adulti con mieloma multiplo recidivato e refrattario che abbiano ricevuto almeno tre precedenti terapie, compresi un agente immunomodulatore, un inibitore del proteasoma e un anticorpo anti-CD38 e che abbiano mostrato progressione della malattia durante l’ultima terapia.
Si tratta della prima immunoterapia che ha come bersaglio il GPRC5D (G-protein coupled receptor family C group 5 member D) per il trattamento del mieloma multiplo. Il GPRC5D è un recettore orfano altamente espresso sulle cellule di mieloma ma con bassa espressione in quelle normali e nei tessuti umani normali.
“Il mieloma multiplo è una malattia caratterizzata da fasi di remissione indotte dall’efficacia delle terapie e da fasi di malattia attiva dovute, invece, a fenomeni di resistenza ai farmaci stessi – afferma Monica Galli, Dirigente medico di 1° livello presso la divisione di Ematologia, ASST Papa Giovanni XXIII, Bergamo – La sfida che dobbiamo affrontare nella pratica clinica è proprio la gestione della malattia in fase avanzata, con pazienti che sono stati trattati con tutte le opzioni terapeutiche disponibili e sviluppato refrattarietà alle stesse. L’arrivo di talquetamab in Italia rappresenta, dunque, un significativo passo avanti per una categoria di pazienti che, fino ad oggi, disponeva di poche alternative terapeutiche e con risposte non sempre adeguate”.
Talquetamab, secondo anticorpo bispecifico disponibile per il mieloma multiplo, è in grado di riconoscere e legare da un lato il recettore GPRC5D presente sulle cellule di mieloma e dall’altro il CD3 sulle cellule T, permettendo a queste due cellule di entrare in contatto e aiutare quindi il sistema immunitario a combattere il tumore stesso.
“L’identificazione del GPRC5D come nuovo target terapeutico ha portato negli studi clinici a risposte profonde – aggiunge Elena Zamagni, Professore Associato di Ematologia dell’Istituto di Ematologia ‘L. e A. Seràgnoli’ dell’IRCCS AOU S. Orsola-Malpighi di Bologna – Inoltre, a differenza di altri target per il mieloma multiplo, la sua espressione sulle cellule del sistema immunitario è limitata, fornendo un nuovo importante approccio per colpire questa malattia così eterogenea. Se guardiamo alla pratica clinica, la via di somministrazione sottocutanea rappresenta un vantaggio sia per i pazienti sia per gli addetti ai lavori in quanto, seppur con la necessità di un monitoraggio addizionale, la terapia può essere praticata in un ambiente di day hospital. Inoltre, trattandosi di una terapia pronta all’uso, può essere prontamente utilizzata in caso di rapida progressione della malattia”.
“Oggi – continua Zamagni – grazie alla ricerca scientifica, assistiamo a un ampliarsi di scelte terapeutiche per il mieloma che ci permette una maggiore personalizzazione della terapia, sulla base non solo dell’efficacia, ma anche considerando il profilo di sicurezza e gli aspetti pratici come la modalità di somministrazione, che sono fattori rilevanti per la vita quotidiana dei pazienti. Grazie all’arrivo di talquetamab, inoltre si può anche rispondere al bisogno clinico di quei pazienti che sono già stati esposti ad agenti diretti contro l’antigene di maturazione delle cellule B (BCMA)”.
Lo studio Monumen-TAL 1
L’efficacia e la sicurezza di talquetamab sono state determinate dallo studio multicentrico in aperto di fase 1 Monumen-TAL 1.
Secondo i risultati più recenti dello studio, nei pazienti trattati settimanalmente con la dose di talquetamab 0,4 mg/kg il tasso di risposta complessiva (ORR) è stato del 74,1% (intervallo di confidenza al 95%).
Nello specifico, il 26,6% dei pazienti trattati ha ottenuto una risposta parziale molto buona (VGPR), con il 9,8% che ha ottenuto una risposta completa (CR) e il 23,1% che ha raggiunto una risposta completa stringente (sCR).
Il tempo mediano alla prima risposta è stato pari a 1,2 mesi (range, 0,2 – 10,9). Inoltre, il 30,8% dei pazienti ha raggiunto la negatività della malattia minima residua (MRD) alla soglia di sensibilità 10-5, mentre nei pazienti che hanno raggiunto una risposta completa o migliore, il tasso di negatività della MRD si è assestato al 54,2%.
Nei pazienti trattati con la dose 0,8 mg/kg a cadenza quindicinale, invece, il tasso di risposta complessiva (ORR) è stato del 69,5% (intervallo di confidenza al 95%). Nello specifico, il 18,8% dei pazienti trattati con talquetamab ha ottenuto una risposta parziale molto buona (VGPR), con il 9,1% che ha ottenuto una risposta completa (CR) e il 31,2% che ha raggiunto una risposta completa stringente (sCR).
Il tempo mediano alla prima risposta è stato pari a 1,3 mesi (range, 0,2 – 9,2). Inoltre, il 29,7% dei pazienti ha raggiunto la negatività della malattia minima residua (MRD) alla soglia di sensibilità 10-5, mentre nei pazienti che hanno raggiunto una risposta completa o migliore, il tasso di negatività della MRD si è assestato al 42,9%. La sopravvivenza libera da malattia (PFS) è stata rispettivamente di 7,5 mesi per la coorte 0,4, mg/kg settimanale, 11,2 mesi per la coorte 0,8, mg/kg con somministrazione a cadenza quindicinale e di 7,7 mesi per la coorte precedentemente esposta ad altre terapie di reindirizzamento delle cellule T.
“Da oltre 30 anni Johnson & Johnson investe nella ricerca scientifica per lo sviluppo di farmaci innovativi che rispondano ai bisogni clinici insoddisfatti dei pazienti e per essere al fianco dei medici nella cura dei tumori solidi ed ematologici – conclude Alessandra Baldini, Direttrice medica, Johnson & Johnson Innovative Medicine Italia – Il nostro obiettivo è quello di migliorare e prolungare la vita dei pazienti, rendendo le nostre terapie innovative accessibili ai pazienti il più velocemente possibile – La decisione di AIFA di rimborsare questa terapia rappresenta un ulteriore passo avanti nell’aumentare le opzioni terapeutiche per i pazienti con mieloma multiplo refrattario. Proprio per questo, la nostra pipeline, in continuo sviluppo ed evoluzione, vuole offrire trattamenti sempre più mirati per le diverse necessità dei pazienti, senza fermarsi alla sola efficacia clinica, ma guardando anche a migliorare la loro qualità di vita”.