IA, un futuro (o presente) anche nel naming farmaceutico

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Per l’IA un futuro anche nel naming farmaceutico? Sembra proprio di sì. L’impiego dell’Intelligenza Artificiale in questo campo è stato uno dei temi discussi in occasione di un talk show organizzato da Reuters Event Pharma, che si è tenuto il 18 e il 19 marzo a Philadelphia (USA).

“Dare un nome a un farmaco è uno degli esercizi di branding più rischiosi e complessi in assoluto”, ha affermato Dorothy Linvill-Neal, director of nomenclature development and strategy di Regeneron.

La sfida per gli “onomaturghi” dei farmaci è doppia: da una parte devono trovare uno stile grafico e un nome che siano coerenti, accattivanti ed evocativi, dall’altra devono tener presenti i paletti imposti dagli uffici brevetti e marchi dei Paesi in cui verrà commercializzato il farmaco.

“Gli uffici marchi e brevetti – ha spiegato Dorothy Linvill-Neal – hanno il compito di verificare che il nome del nuovo prodotto non possa generare confusione con un marchio già esistente ed esporre al rischio potenziale di confusione da parte del farmacista o del paziente”.

Alcuni studi hanno rilevato che il 33% degli errori terapeutici sono attribuibili a naming poco chiari e confondibili tra loro.

“Da questo punto di vista – continua Linvill-Neal – è particolarmente impegnativo dare un nome a un farmaco all’interno dei 27 Paesi che aderiscono all’EMA, perché tutti gli Stati membri devono esprimere un consenso unanime sul singolo nome proposto, all’interno di una procedura centralizzata”.

Tutto ciò si traduce in quello che Joe Daley, presidente di Addison Whitney, l’agenzia di branding globale che ha dato il nome a Ozempic e Wegovy, descrive come “un processo di acquisizione di informazioni e creazione continuo, finché non si raggiunge un compromesso”.

La soluzione Ari
Agenzie come Addison Whitney puntano a risolvere questo problema con l’utilizzo di un dispositivo di Intelligenza Artificiale chiamato Ari, in fase di sviluppo da circa due anni e disponibile in versione beta testing da sei mesi.

Parallelamente a lavoro di brainstorming dei designer e dei copy, Ari “scruta” all’interno di database di brand esistenti per vagliare e catalogare i nomi suggeriti per il nuovo prodotto in base ai potenziali rischi di carattere normativo e legale in cui potrebbero incappare
Ari, inoltre, tramite funzionalità di IA generativa, offre soluzioni basate su parametri strategici.

“Possiamo caricare una quantità incredibile di informazioni strategiche e approfondimenti sul front-end di Ari, e Ari ci aiuta a estrarre quei dati per trovare nomi che siano aderenti alla strategia aziendale e, allo stesso tempo, abbiano una classificazione certa di rischio in ambito normativo e legale”, conclude Joe Daley, “Il tutto in un tempo pari a circa un quarto di quello che generalmente impieghiamo”-

 

 

 

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