Secondo quanto emerge da un nuovo rapporto di GlobalData, Parkinson’s Disease Epidemiology Analysis and Forecast, i casi di malattia di Parkinson diagnosticati nei sette principali mercati mondiali (7MM) – Stati Uniti, Francia, Germania, Italia, Spagna, Regno Unito e Giappone – sono destinati a crescere a un tasso annuo dell’1,94% nel decennio 2023-2033. Si passerà dai 2,64 milioni di casi del 2023 ai 3,15 milioni nel 2033.
A guidare la classifica dell’incidenza dei casi saranno gli Stati Uniti (1,24 milioni). Per l’Italia, invece, il rapporto di GlobalData stima l’impatto minore (poco meno di 160.000 casi).
“Nel 2023, gli adulti di età pari o superiore a 60 anni rappresentavano oltre il 90% dei casi prevalenti di Parkinson diagnosticati nei 7MM, mentre gli adulti di età compresa tra i 18 e i 39 anni costituivano meno dell’1% – commenta Rahul Ravi, epidemiologo senior di GlobalData – Questa distribuzione per età è in linea con i risultati che mostrano una maggiore prevalenza di Parkinson nei soggetti più anziani”. “Abbiamo osservato una leggera predominanza di casi negli uomini – aggiunge Ravi – Le differenze stimate tra i generi sono principalmente attribuibili alle variabili demografiche dei singoli Paesi”.
Nel 2023 il 52,25% dei casi di Parkinson sono stati diagnosticati nella popolazione maschile, a fronte del 47,75% registrato fra le donne.
Il rapporto di GlobalData evidenzia la differenza maggiore di incidenza tra i due sessi nel Regno Unito, dove il 59,48% dei casi ha riguardato gli uomini, rispetto al 40,42% delle donne.
La Francia ha fatto registrare la variazione minore, con le donne maggiormente colpite dalla malattia (51,37%), mentre le diagnosi di Parkinson fra gli uomini si sono attestate al 48,63%.
Infine, la malattia di Parkinson è la seconda patologia neurodegenerativa cronica progressiva più comune tra gli anziani, dopo quella Alzheimer.
Il 39,07% dei casi diagnosticati nei 7MM riguarda adulti nella fascia degli ultraottantenni, seguita da quella dei 70-79enni con il 38,01%.