Fondazione Edison: aziende farmaceutiche a capitale italiano, motore dell’economia del Paese

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L’industria farmaceutica italiana è uno dei settori trainanti del made in Italy e conferma la sua centralità nell’innovazione, nella ricerca e nella crescita economica del Paese. Nel 2023 questo settore ha prodotto ricavi per 16,8 miliardi di euro (+60% rispetto al 2016), dei quali 12,8 realizzati all’estero, ovvero il 76% del totale.

Tutto questo emerge dall’ultimo rapporto della Fondazione Edison dedicato alle multinazionali a capitale italiano aderenti a Farmindustria, presentato lunedì 17 marzo a Milano.

Queste aziende – le Fab 13, che includono Alfasigma, Abiogen Pharma, Angelini Pharma, Chiesi Farmaceutici, Dompé Farmaceutici, I.B.N. Savio, Italfarmaco, Kedrion, Menarini, Molteni, Neopharmed Gentili, Recordati e Zambon – continuano a espandersi a livello globale, consolidando al tempo stesso la direzione strategica in Italia.

Dispongono di 67 siti produttivi e 43 centri di ricerca e sviluppo distribuiti in tutto il mondo. Nel 2023 hanno investito complessivamente 3,4 miliardi di euro, di cui oltre 1 miliardo destinato alla Ricerca & Sviluppo, facendo registrare un +12% rispetto all’anno precedente.

Le acquisizioni di aziende internazionali – che nel rapporto della Fondazione Edison pesano per 1,7 miliardi di euro – hanno contribuito a rafforzare il portafoglio prodotti e l’accesso ai mercati esteri.

Il complessivo stato di benessere delle aziende farmaceutiche a capitale italiano si riflette anche sull’occupazione, con circa 15 mila addetti che operano nelle sedi del nostro Paese. Un capitale umano cresciuto del 32% rispetto al 2022.

“I dati emersi dal rapporto di Fondazione Edison – osserva Alberto Chiesi, presidente delle industrie farmaceutiche italiane Fab13 – ci confermano che stiamo andando nella giusta direzione: le Fab 13 sono oggi un motore strategico dell’industria farmaceutica italiana. E’ dunque più che mai necessario consolidare la nostra competitività globale e continuare a generare valore per il Paese: abbiamo bisogno che le istituzioni siano al nostro fianco, perché è fondamentale un impegno forte e congiunto per affrontare le sfide future”.

“Essere al nostro fianco non deve essere inteso nel senso di sostegno economico – aggiunge Chiesi – ma nell’evitare di introdurre scelte normative che pregiudichino l’efficienza competitiva raggiunta”.

Nell’evento di Milano, tra le scelte politiche e strategiche da fare per un’industria farmaceutica a capitale italiano sempre più forte, sono emerse una maggiore comunicazione con i decisori, un sistema normativo più chiaro e stabile che favorisca gli investimenti e riduca la burocrazia, il rafforzamento della tutela brevettuale per proteggere l’innovazione e attrarre nuovi investimenti in ricerca, e la riduzione della pressione fiscale, con la creazione di incentivi per rendere l’Italia un hub di riferimento per la farmaceutica.

È inoltre importante sostenere la ricerca sui farmaci orfani e sulle terapie innovative, migliorare la sinergia tra Università e imprese per formare e trattenere talenti nel settore scientifico, e semplificare le procedure di approvazione e accesso ai farmaci.

 

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