Buone notizie per chi soffre di rinosinusite cronica con poliposi nasale. Dallo studio di Fase III WAYPOINT è emerso come tezepelumab, rispetto al placebo, riduca in maniera significativa la severità dei polipi nasali, il bisogno di ricorrere a un intervento chirurgico e di assumere corticosteroidi sistemici per la poliposi nasale.
Tezepelumab è un anticorpo monoclonale, first-in-class, che inibisce l’azione della TSLP, una citochina epiteliale chiave nell’innescare la cascata infiammatoria e perpetuare l’infiammazione di tipo allergico, eosinofilico e altri tipi di infiammazione, correlate all’asma grave e ad altre patologie infiammatorie.
I risultati dello studio WAYPOINT sono stati pubblicati dal New England Journal of Medicine e presentati in occasione del congresso della American Academy of Allergy Asthma & Immunology (AAAAI), che si è svolto a San Diego, in California, dal 28 febbraio al 3 marzo.
Le evidenze
Tezepelumab, nell’ordine, ha ridotto in maniera significativa;
- la severità dei polipi nasali, misurata dagli endpoint co-primari;
- la variazione della dimensione totale del polipo nasale, misurata attraverso il Nasal Polyp Score (NPS), del –2.07 (95% CI: -2.39, -1.74; p<0.001);
- la variazione della congestione nasale, misurata attraverso il Nasal Congestion Score (NCS), riportato dai partecipanti del –1.03 (95% CI: -1.20, -0.86; p<0.001) alla 52esima settimana rispetto al placebo.
Miglioramenti negli indici NPS e NCS sono stati osservati, rispettivamente, già a partire dalla seconda e dalla quarta settimana e sono stati duraturi per tutte le 52 settimane del periodo di trattamento.
Altri miglioramenti statisticamente significativi e clinicamente rilevanti sono stati osservati per tutti gli endpoint secondari, valutati nell’intera popolazione arruolata nello studio. Tezepelumab ha ridotto significativamente la necessità di intervento chirurgico per polipi nasali del 98% (p<0,0001) e la necessità di trattamento con corticosteroidi sistemici dell’88% (p<0,0001) rispetto al placebo.
Tezepelumab ha inoltre migliorato in maniera significativa lo SNOT-22 total score, un questionario compilato dal paziente con poliposi sulla qualità della vita associato alla poliposi (−27.26; 95% CI, −32.32 to −22.21).
Questo anticorpo monoclonale è stato generalmente ben tollerato e il profilo di sicurezza è risultato coerente con la sua indicazione approvata per l’asma grave. Tezepelumab è attualmente approvato per il trattamento di questa patologia respiratoria negli Stati Uniti, nell’Unione Europea, in Giappone e in circa 60 Paesi a livello globale. Negli USA e i Europa ha ricevuto anche l’approvazione per la somministrazione mediante siringa pre-riempita monouso e dispositivo auto-iniettore per l’auto-somministrazione.
I commenti degli opinion leader
“La rinosinusite cronica con poliposi nasale è una patologia infiammatoria complessa che colpisce circa il 4% della popolazione generale –afferma Eugenio De Corso, Membro della commissione EUFOREA per il trattamento della rinosinusite cronica con poliposi nasale– ed è caratterizzata da una sintomatologia persistente, che ha un significativo impatto negativo sulla qualità della vita del paziente, non solo dal punto di vista fisico ma anche a livello sociale e psicologico. È caratterizzata da un’infiammazione persistente naso sinusale associata a rimodellamento strutturale della mucosa caratterizzato dalla formazione di polipi nasali”.
“I polipi e l’infiammazione – sottolinea De Corso – determinano ostruzione nasale e sensazione di congestione/blocco del flusso aereo nasale, difficoltà nella percezione degli odori, abbondanti secrezioni mucose, algie cranio facciali lievi e disturbi del sonno. I pazienti con forma severa di poliposi nasale sono a rischio di non raggiungere un adeguato controllo dei sintomi nel tempo nonostante i ripetuti interventi chirurgici ripetuti e i cicli di corticosteroidi sistemici che possono esporre il paziente a gravi effetti collaterali in caso di uso eccessivo e prolungato nel tempo”.
“ I risultati dello studio WAYPOINT – continua De Corso – disegnato per valutare l’efficacia e la sicurezza di tezepelumab nel trattamento di pazienti adulti con rinosinusite cronica con poliposi nasale rispetto al placebo, sono clinicamente significativi e dimostrano come tezepelumab possa ridurre in maniera significativa la dimensione dei polipi e della congestione nasale e il burden associato ai polipi nasali per i pazienti, riducendo rispettivamente del 98% la necessità di ricorrere a un intervento chirurgico e dell’88% dell’assunzione di corticosteroidi sistemici. I risultati dello Studio WAYPOINT hanno ulteriormente dimostrato l’efficacia di tezepelumab nel controllare i processi infiammatori responsabili della patologia, grazie al proprio meccanismo di azione in grado di inibire l’azione del TSLP, citochina chiave nell’innesco della cascata infiammatoria. Questi dati, che dimostrano la capacità di questo anticorpo monoclonale di agire sull’epitelio, rappresentano un’importante notizia per la comunità clinica e per i pazienti, dimostrando come tezepelumab potrà rappresentare una importante opzione terapeutica per il trattamento di questa patologia migliorando significativamente la qualità della vita di chi ne è affetto e abbia il potenziale di trasformare il trattamento dei pazienti con patologie respiratorie di origine epiteliale”.
Tezepelumab in Italia
Tezepelumab è attualmente approvato e rimborsato in Italia per il trattamento dell’asma grave non controllato – in cui si è dimostrato efficace nella riduzione di riacutizzazioni della malattia, nel miglioramento della funzionalità polmonare e nel controllo dei sintomi e della qualità della vita – che agisce sulla cascata infiammatoria inibendo il legame tra la linfopoietina timica stromale (TSLP), una citochina pro-infiammatoria rilasciata dalle cellule dell’epitelio bronchiale a seguito di un danno alla barriera dell’epitelio delle vie aeree e il suo recettore.
L’importanza dell’epitelio nella patogenesi delle patologie respiratorie
Tezepelumab è, a oggi, l’unico farmaco biologico anti-TSLP disponibile, in grado di agire a livello dell’epitelio delle vie respiratorie, una barriera che svolge una importante funzione immunitaria. Un danno alla barriera epiteliale è responsabile dell’insorgenza di malattie infiammatorie croniche in diversi organi, quali le malattie delle vie aeree inferiori e le malattie delle vie aeree superiori. Pertanto emerge in maniera sempre più evidente il ruolo cruciale che riveste l’epitelio come guida dei cambiamenti strutturali che contribuiscono allo sviluppo e alla progressione di alcune patologie respiratorie, come l’asma grave e la rinosinusite cronica con poliposi nasale.
“Negli ultimi anni stiamo assistendo a una rivoluzione legata al ruolo chiave dell’epitelio nella patogenesi di alcune patologie respiratorie – spiega Giorgio Walter Canonica, Professore & Senior Consultant Centro di Medicina Personalizzata Asma e Allergie Humanitas University & Istituto Clinico e di Ricerca IRCCS Milano – L’epitelio delle vie respiratorie rappresenta difatti una barriera che svolge un’importante funzione immunitaria: quando danneggiato, può essere responsabile dell’insorgenza di patologie infiammatorie croniche quali le malattie delle vie aeree inferiori e quelle delle vie aeree superiori, come l’asma e la rinosinusite cronica con poliposi nasale. Queste due patologie, secondo dati epidemiologici e clinici, sono strettamente collegate tra di loro e spesso coesistono. Si stima che in Italia siano 300.000 i pazienti affetti da asma grave di cui circa 4 pazienti su 10 presentano anche rinosinusite cronica con poliposi nasale”.
“I pazienti in cui coesistono entrambe le patologie – continua Canonica – tendono a sviluppare sintomi sino-nasali più gravi, un’infiammazione delle vie aeree inferiori più estesa e una funzione polmonare compromessa rispetto a chi è affetto da rinosinusite cronica con poliposi nasale da sola. La concomitante presenza di entrambe le condizioni aumenta anche il rischio di riacutizzazioni di asma, riduce il livello di controllo dei sintomi e della qualità di vita e aumenta il consumo ci corticosteroidi sistemici. Anche se queste due patologie possono manifestarsi con sintomi diversi, la risposta immunologica sottostante risulta spesso simile. In questo senso il peculiare meccanismo di azione di tezepelumab, che agisce a livello epiteliale sulla TSLP, non solo ha consentito di rispondere a un importante bisogno clinico insoddisfatto nel trattamento dell’asma grave ma apre, come dimostrato dai risultati dello Studio WAYPOINT, a una nuova prospettiva di trattamento per i pazienti affetti da una patologia dal forte impatto come la rinosinusite cronica con poliposi nasale”.
“AstraZeneca è fortemente impegnata nella ricerca scientifica legata a una comprensione sempre più approfondita dei meccanismi biologici alla base delle patologie infiammatorie delle vie aeree e al ruolo centrale, avvalorato da un numero sempre maggiore di evidenze, che l’epitelio riveste nella loro patogenesi – conclude Raffaela Fede, Direttore Medico AstraZeneca Italia – Siamo pertanto orgogliosi di annunciare i risultati dello Studio WAYPOINT presentati in occasione del Congresso AAAAI e pubblicati sul New England Journal of Medicine, che contribuiscono ad ampliare il corpo di evidenze che supportano l’efficacia di tezepelumab nel trasformare il trattamento dei pazienti con malattie infiammatorie di tipo epiteliale. Tezepelumab, primo inibitore TSLP approvato in Italia per l’asma grave, ha già aperto a una nuova prospettiva di trattamento per questa patologia così fortemente impattante sulla vita dei pazienti e con lo Studio WAYPOINT, che prevede una nuova futura indicazione per la molecola, puntiamo a introdurre un’opzione terapeutica efficace che offrirà nuove speranze per i pazienti affetti da rinosinusite cronica con poliposi nasale, una malattia complessa che colpisce circa il 40% dei pazienti con asma grave. Questi risultati ribadiscono il nostro impegno nella ricerca in ambito respiratorio con l’obiettivo di modificare l’andamento delle patologie, individuandone i meccanismi alla base nell’ottica di arrestarne la progressione e adottando un approccio di medicina di precisione”.