Nello studio di Fase III MIRASOL mirvetuximab soravtansine (Elahere) di AbbVie ha ridotto di un terzo il rischio di morte nelle pazienti con cancro ovarico resistente al platino, positivo al recettore alfa dei folati (FRα). Dopo oltre 30 mesi di follow-up e rispetto alla chemioterapia, la sopravvivenza globale è infatti migliorata del 32% nelle pazienti in trattamento con mirvetuximab soravtansine.
La sopravvivenza globale mediana è risultata pari a circa 17 mesi per il gruppo mirvetuximab soravtansine, a fronte di poco più di 13 mesi per la coorte chemio, mentre la sopravvivenza libera da progressione (PFS) mediana è stata di 5,6 mesi vs.4 mesi del gruppo chemio.
Questi dati sono stati presentati al meeting annuale della Society of Gynaecologic Oncology (SGO), che si è tenuto a Seattle dal 14 al 17 marzo.
Lo studio MIRASOL ha arruolato donne adulte con cancro ovarico epiteliale sieroso di alto grado, resistente al platino, esprimente FRα, localizzato alle tube di Falloppio o peritoneale primario, che avevano ricevuto da uno a tre regimi di trattamento sistemico precedenti. FRα è considerato un marcatore di aggressività tumorale; è associato a tassi più bassi di risposta al trattamento, ed è sovraespresso in circa un terzo delle pazienti con tumore maligno dell’ovaio.
Mirvetuximab soravtansine ha ricevuto l’approvazione accelerata negli Stati Uniti nel 2022 e, alla fine di novembre 2024, anche il via libera della Commissione Europea per il trattamento in monoterapia di pazienti adulte con cancro epiteliale dell’ovaio, cancro della tuba di Falloppio o cancro peritoneale primitivo, positivo al recettore alfa dei folati (FRα), platino resistente, sieroso di alto grado, che hanno ricevuto da uno a tre precedenti regimi di trattamento sistemico.
Secondo GlobalData mirvetuximab soravtansine, entro il 2029, potrebbe generare 2,8 miliardi di dollari di fatturato.
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