L’industria biofarmaceutica ha affrontato molte incertezze nel 2017, ma la maggior parte delle aziende ha registrato un’uscita dalla stagnazione. È quanto mette in evidenza un rapporto di EP Vantage, l’agenzia USA di valutazione e intelligence farmaceutica. Secondo EP c’è stato un vincitore chiaro e netto nel 2017: AbbVie, che ha più che raddoppiato il suo valore di mercato, arrivando a 154 miliardi di dollari, secondo il rapporto. Humira, il farmaco più venduto al mondo, ha continuato a salire incassando 18,47 miliardi di dollari nello scorso anno. Inoltre, mossa tattica di fondamentale importanza, AbbVie ha firmato un accordo con Amgen per ritardare l’ingresso nel mercato statunitense del suo biosimilare fino al 2023, il che probabilmente permetterà a Humira vendite esclusive e senza precedenti per altri 5 anni. La pharma dell’Illinois è anche tra i maggiori beneficiari della riforma fiscale statunitense e ha dichiarato che si aspetta nel 2018 una “sorprendente” aliquota del 9%, AbbVie ha rapidamente premiato gli azionisti, incrementando il dividendo e annunciando un programma di riacquisto di azioni da 10 miliardi di dollari. Dietro AbbVie, nella classifica dei maggiori guadagni azionari di Big Pharma, c’è AstraZeneca. I dati generali sulla sopravvivenza emersi della sperimentazione immuno-oncologica Mystic sono attesi entro la fine dell’anno. Gli investitori sono abbastanza fiduciosi riguardo alle stime dell’azienda, che prevede per il 2018 un aumento del 27% delle quote azionarie. Anche motore farmaceutico di J%J ha preso slancio nel 2017. Nel corso dell’anno, il valore delle azioni della società è cresciuto del 21%.
Un passo indietro
L’anno non è stato altrettanto favorevole per GlaxoSmithKline, Sanofi e MSD. Queste aziende hanno perso valore di mercato e anche quello delle loro azioni è sceso. Secondo EP Vantage, Glaxo ha perso il 15%, a fronte di un calo del 7% per Sanofi e del 4% per MSD. Le difficoltä di GSK hanno fatto lavorare molto la CEO Emma Walmsley: nel corso del 2017 ha cominciato a rinnovare la pipeline della compagnia, ha tagliato i costi e ha fatto nuovi lanci di prodotti. La prospettiva dei generici di Advair continua a pesare sull’azienda. Tra le case farmaceutiche di media classifica, del valore di circa 25 miliardi di dollari, CSL, Takeda e Novo Nordisk hanno guadagnato di più durante l’anno, con i loro valori azionari in crescita rispettivamente del 44%, 32% e 31%. Teva, Allergan e Fresenius, invece, hanno avuto un calo del 48%, del 22% e del 13%.