Prosegue la disputa per l’assegnazione della sede dell’Ema ad Amsterdam per il dopo Brexit. Dopo il ricorso ufficiale presentato dall’Italia, il prossimo 22 febbraio sarà una prima giornata ‘chiave’ per la valutazione della decisione presa. Quel giorno, infatti, una delegazione della Commissione Ambiente del Parlamento UE, guidata dall’italiano Giovanni La Via del Partito Popolare, farà un sopralluogo per verificare se la sede provvisoria offerta da Amsterdam è in grado o meno di assicurare l’immediata continuità operativa dell’Agenzia. La delegazione, inoltre, incontrerà sia il governo olandese, sia il board dell’Ema. “Il Parlamento europeo dovrà decidere in piena autonomia e nell’interesse supremo dei cittadini europei”, sottolinea il presidente dell’Europarlamento Antonio Tajani. Intanto continuano a crescere i sospetti sull’esito delle votazioni dello scorso 20 novembre, quando, dopo il terzo scrutinio, si arrivò al lancio della monetina che decretò la vittoria per Amsterdam. Ebbene, al momento, sembra che non solo manchi il verbale delle tre votazioni necessario per la tracciabilità della decisione amministrativa, ma non si troverebbero neppure le schede utilizzate per esprimere le preferenze. Tutti elementi che giocano a favore del ricorso presentato dal Governo e dal Comune di Milano, a cui si è aggiunto il procedimento ad adiuvandum di Regione Lombardia insieme a Camera di Commercio, Assolombarda, Confcommercio e Sistema delle Università.
Gli scenari possibili
Se dal sopralluogo della Commissione Ambiente non dovessero arrivare notizie confortanti per l’Italia, non sarebbe ancora tutto perduto. Resterebbero ancora in piedi sia la richiesta di sospensiva urgente presentata dal Comune di Milano presso il Tribunale di prima istanza UE, sia il ricorso avanzato dal Governo italiano sul merito dell’assegnazione decisa dal Consiglio. In aggiunta a tutto questo, l’europarlamentare Mercedes Bresso ha presentato a nome della Commissione Affari Istituzionali un parere che contesta la procedura in base alla quale l’Agenzia è stata assegnata ad Amsterdam. “Crediamo ci siano margini per ribaltare la decisione – dice Mercedes Bresso- Milano aveva sicuramente le carte in regola per ospitare l’Ema, mentre Amsterdam ora ammette di non averle e l’intero iter di assegnazione ci lascia molto perplessi”. Per Bresso c’è inoltre “un problema di violazione della trasparenza. Emerge un quadro imbarazzante e pasticciato, in cui non solo le procedure che regolano l’UE sono state del tutto ignorate, ma sarebbero stati secretati argomenti importanti. E’ evidente anche alla luce delle difficoltà ammesse da Amsterdam, che si deve riavvolgere il nastro e fare una nuova istruttoria”.