Il 2017 è stato un anno difficile per Celgene. Il fallimento del trial in fase avanzata contro la malattia di Crohn e un ridimensionamento finanziario per il 2020 ha fatto crollare i prezzi delle azioni. Nonostante queste difficoltà, la biotech USA ha fatturato 12,97 miliardi di dollari, con una crescita del 16% rispetto all’anno precedente. Il principale farmaco contro il mieloma multiplo, Revlimid, ha incassato 8,18 miliardi di dollari – il 17% in più rispetto al 2016 – mentre Pomalyst ha contribuito con 1,61 miliardi di dollari, pari ad un aumento del 23%. Le vendite di Otezla contro la psoriasi, in competizione con alcuni formidabili concorrenti, hanno reso 1,28 miliardi di dollari. Gli aumenti dei volumi di produzione hanno contribuito alla crescita delle vendite annuali della società per il 13,6%, mentre gli aumenti dei prezzi hanno prodotto un incremento del 3,3%.
Obiettivi 2018
Nel 2018 Celgene punta ad incassare una cifra tra i 14,4 e i 14,8 miliardi di dollari, con una crescita del 12%. Per quanto riguarda la pipeline, la società prevede inoltre di realizzare 9,4 miliardi di dollari da Revlimid, cifra che manterrà il farmaco vicino ai vertici delle classifiche mondiali delle vendite. Per Pomalyst la stima si attesta su 1,9 miliardi di dollari, mentre per Otezla sono previsti incassi pari a 1,5 miliardi. Ma la vera scommessa per i prossimi anni è la terapia CAR-T, che Celgene affronterà grazie all’acquisto, per 9 miliardi di dollari, di Juno Therapeutics. La biotech è convinta che la sua pipeline in fase avanzata possa raggiungere i 16 miliardi di dollari di entrate entro il 2030.