(Reuters Health) – Johnson & Johnson pronta a pagare debiti per 13,6 miliardi di dollari e a far rientrare capitale dall’estero negli USA, da investire in operazioni interne. È l’effetto della riforma fiscale voluta da Trump, che, secondo il CFO della multinazionale, Dominic Caruso, consentirà di ridurre l’aliquota fiscale nel 2018 tra 1,5 e 2,5 punti percentuali, con un’aliquota d’imposta effettiva compresa tra 16,5 e 18 per cento. Nonostante il calo dell’ultimo trimestre, J&J ha superato le stime degli analisti, aiutata dalla forte crescita dei farmaci antitumorali e di quelli entrati nel portfolio grazie all’acquisto di Actelion. Le azioni del gruppo, però, sarebbero scese del 4,2%, attestandosi al valore di a 141,97 dollari l’una. Cattive notizie anche dal fronte dei brevetti: nei giorni scorsi la Corte d’Appello USA ha confermato la sentenza di invalidità del brevetto J&J su Remicade, il suo farmaco contro l’artrite reumatoide.
Il Q4 del 2017
J&J, un anno fa, aveva riferito di avere 66 miliardi in guadagni non distribuiti e ieri ha sottolineato di disporre di 16 miliardi cash al di fuori degli USA. Di questi, secondo quanto dichiarato da Dominic Caruso, avrebbe intenzione di far rientrare in America 12 miliardi di dollari in contanti, per finanziare operazioni interne e, in primo luogo, per pagare i debiti. Mentre i soldi generati dal risparmio complessivo saranno investiti in ricerca e sviluppo. Le vendite internazionali hanno rappresentato circa la metà delle vendite totali del Q4 di J&J, pari a 20,20 miliardi di dollari, in aumento dell’11,5% rispetto all’anno precedente. Gli antitumorali Darzalex, Imbruvica e Zytiga hanno contribuito ad aumentare del 17,3% le vendite dei prodotti farmaceutici, portandole a 9,68 miliardi di dollari. Un altro tribunale USA ha recentemente invalidato il brevetto di Zytiga, ma J&J ha dichiarato di non aspettarsi per quest’anno una contro-offensiva dai produttori di generici.
Fonte: Reuters Health News
(Versione italiana per Daily Health Industry)