Le previsioni per il mercato dell’oncologia, in casa AbbVie, sono molto incoraggianti e il CEO Richard Gonzalez confida in questo settore per compensare la perdita delle entrate che seguirà alla scadenza del brevetto di Humira. L’azienda sta investendo in questo senso 139 milioni di dollari in uno stabilimento in Irlanda, che creerà 100 posti di lavoro in più. Un portavoce di AbbVie ha confermato nei giorni scorsi che la casa farmaceutica investirà 113,6 milioni di euro nell’espansione produttiva del sito di Sligo, nel nord dell’Irlanda. AbbVie ha ampliato i siti di Sligo diverse volte negli ultimi anni; particolarmente importante quella da 115 milioni di dollari nel 2014 per la produzione di farmaci contro l’ epatite C. Humira rimane il farmaco più venduto al mondo con un incasso di 16 miliardi di dollari e AbbVie continua a difenderlo con forza, grazie a un accordo, siglato con Amgen lo scorso autunno, che ritarderà la commercializzazione del biosimilare prodotto dalla pharma californiana fino al 2023. Ma quesa non è l’unica strategia difensiva messa in atto da AbbVie. Sempre nel 2017 ha avviato una partnership con Roche per Venclexta, un farmaco mirato approvato per una rara forma di leucemia. Se sarà autorizzato per un utilizzo più ampio, si prevede che incasserà 1,5-2 miliardi di dollari entro la fine del decennio e 3 miliardi entro il 2022. Cifre lontane dai ricavi di Humira e quindi Gonzalez ha deciso di puntare sulla produzione “in casa” della linea oncologica.
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