“Negli Stati Uniti, le aziende Google, Amazon e Microsoft ci hanno fatto guerra perché non vogliono darci i dati necessari alle nostre inchieste legali relative ai siti web che vendono farmaci illegali o contraffatti”. Queste le parole di Daniel Burke, responsabile criminal investigation della Fda, intervenuto ad una conferenza sui crimini farmaceutici tenutasi nell’ambito del G7 Salute di Milano. “La Corte Suprema Usa ci ha dato ragione, ma spero che in futuro avremo collaborazione da tali società, perché proprio queste società nascondono i dati relativi alle farmacie illegali online. Molti di questi siti web illegali parlano tra loro attraverso forum su internet e sarebbe importante individuarli”, ha aggiunto Burke. Il responsabile Fda ha quindi fatto alcuni esempi in merito alla complessità delle indagini online sui siti di vendita illegale di farmaci: “Una prima complicazione riguarda l’assegnazione dei nomi di dominio per l’accesso ai siti web, spesso non raggiungibili e che dal 2018 saranno tenuti nascosti. C’è poi il fenomeno della cosiddetta dark net per la vendita di oppioidi, e c’è inoltre il problema delle modalità di pagamento”. Altra criticità, ha aggiunto, è quella legata ai service provider che danno servizi ai siti illegali, oltre alla questione del riciclaggio delle transazioni con l’utilizzo di carta di credito. E’ fondamentale, ha detto, anche “la collaborazione internazionale ed il rafforzamento delle ispezioni sulle strutture postali”.