(Reuters Health) – “In buona coscienza, non posso votare per la proposta Graham-Cassidy”. Con queste parole il senatore repubblicano John McCain ha annunciato venerdì scorso l’ennesimo ‘no’ alla riforma dell’Obamacare, dopo averla già affossata a luglio. Eppure, considerando che la nuova proposta arrivava da due suoi ‘amici’, queste volta sembrava fatta. Tanto che il capo della maggioranza repubblicana, Mitch McConnell, voleva portare il voto in Senato entro la fine di questa settimana, il 30 settembre. Entro questa data, inoltre, basterebbe il sì solo di 51 senatori, mentre, slittando ulteriormente il termine, il numero dei voti a favore dovrebbe arrivare a 60. A questo punto, però, con il ‘no’ di McCain e con molti altri senatori indecisi sulla misura, il voto ha molte possibilità di slittare. Anche perché i repubblicani hanno solo una stretta maggioranza in Senato. McCain si lamenta dell’accelerazione data al processo di riforma, quando avrebbe preferito un dibattito sull’argomento con incontri e modifiche alla proposta. Inoltre il senatore repubblicano ha dichiarato di non poter sostenere la riforma senza sapere quanto costerà e “quante persone saranno favorite e quante invece danneggiate”. Informazioni che saranno disponibili solo a fine settembre, quando il Congressional Budget Office fornirà la sua valutazione completa. La riforma prenderebbe i soldi spesi per Medicaid, il programma a favore di poveri e disabili, nonché le sovvenzioni per aiutare gli americani ad acquistare l’assicurazione privata, per dividerli tra gli Stati, che avrebbero così maggiori possibilità di gestire i propri sistemi sanitari. Analisi indipendenti avrebbero indicato che questo disegno di legge, però, andrebbe a beneficio degli Stati repubblicani e contro quelli democratici, perché la gran parte degli Stati che hanno investito di più in Medicaid sono stati proprio quelli a governo democratico. Mentre Graham ha commentato dicendo che “farà pressioni” per andare avanti con la riforma. Citando uno studio dei Centers for Medicare and Medical Services (CMS), il sito web Axios avrebbe riportato, venerdì, che entro il 2026, per effetto della proposta di legge, l’Alaska, per esempio, andrebbe a perdere il 38% dei fondi federali, l’Arizona il 9%, l’Ohio il 18% e la Virginia Occidentale il 23%, mentre il Maine andrebbe a guadagnare il 44%. Oltre a McCain, l’unico senatore repubblicano che ha pubblicamente dichiarato che si opporrà a questa riforma è stato Rand Paul, del Kentucky. Mentre Susan Collins, del Maine, ha dichiarato che la appoggerà. Ma a criticare la proposta sono anche l’American Medical Association, l’American Heart Association e l’American Cancer Society. Il Center on Budget and Policy Priorities , un think thank indipendente, ha stimato che il disegno di legge di abrogazione lascerebbe più di 30 milioni di persone senza assicurazione.
Fonte: Reuters Health News
(Versione italiana Daily Health Industry)