Anche se l’industria farmaceutica continua ad attraversare un periodo di crisi, dagli USA arrivano dati positivi sui tagli dei posti di lavoro. Rispetto allo stesso periodo del 2016, infatti, si sarebbero ridotti i licenziamenti, con i 5.494 tagli di quest’anno contro i 7.001 dello scorso. Sono i dati estratti da un report sui piani di ridimensionamento delle industrie pubblicato la scorsa settimana dalla società americana Challenger, Gray & Christmas. Secondo la società, inoltre, entro fine agosto sarebbero stati creati 5.788 posti di lavoro in più. Naturalmente il quadro riguarda solo le aziende statunitensi. Tra quelle che hanno registrato più ridimensionamenti c’è Amgen, che ha intrapreso una riorganizzazione che interesserà 500 dipendenti a Thousand Oaks, in California. La notizia arriva in un momento in cui il problema del prezzo dei farmaci continua a rimodellare l’industria farmaceutica, soprattutto a discapito delle aziende produttrici di generici e farmaci nell’ambito di aree competitive come il diabete, tanto che nel mondo, diverse aziende che lavorano in questi settori hanno dovuto ridimensionarsi. Il mese scorso, per esempio, Teva ha annunciato più licenziamenti di quanti ne sono stati fatti finora in USA: si parla di settemila posti di lavoro e la chiusura di 15 stabilimenti di produzione entro il 2018. Tra le altre aziende, nel mondo, che hanno annunciato tagli quest’anno ci sono la svizzera Novartis, e le irlandesi Allergan ed Endo International. Mentre per quel che riguarda le assunzioni, secondo il report rilasciato ad agosto da EP Vantage, AbbVie avrebbe aumentato, lo scorso anno, la sua forza lavoro del 7%.
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