Shire, un anno dopo Baxalta. Le sfide e il mercato

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(Reuters Health) – Un anno dopo aver chiuso il suo più grande affare, ossia l’acquisizione di Baxalta per 32 miliardi di dollari, i riflettori degli investitori sono puntati sulle grandi sfide nel campo dell’emofilia che Shire ha ereditato dal gruppo statunitense. Il mercato è preoccupato per la tenuta a lungo termine. Il CEO Flemming Ornskov, pur ammettendo il rischio che comporta un mercato così complesso valutato 11 milairdi di dollari all’anno, è certo che una dèbacle dell’azienda sia da considerare come “estremamente improbabile”.Intanto i competitor affilano le armi. Roche nei prossimi giorni presenterà i risultati dettagliati relativi al suo nuovo candidato ACE910, che utilizza una nuova tecnologia e potrebbe modificare le terapie convenzionali attuali. Anche i generici hnno lanciato il guanto di sfida, per il momento a Lialda, farmaco usato nella terapia di patologie gastrointestinali. Una terza fonte di preoccupazione è costituita dalla capacità di Shire di pagare i debiti contratti per l’acquisto di Baxalta. Gli analisti nutrono forti dubbi sul fatto che Shire sia in grado di ripagare tutti i suoi debiti derivati dall’acquisizione di Baxalta prima della fine del decennio. Ornskov ha fatto sapere anche che, per ora non è all’ordine del giorno un M&A su larga scala, ma continuano gli acquisti per i singoli prodotti. “I margini di guadagno torneranno al livello pre-Baxalta, dal 30% di oggi al 40% di prima”, ha sottolineato il CEO. Ornskov è ottimista sulla minaccia di Roche, sottolineando che l’ACE910 avrà probabilmente bisogno di tempo per arrivare a una larga diffusione, specialmente al di fuori degli Stati Uniti, dove molti contratti si basano su offerte di fornitura a lungo termine.”La preoccupazione che un nuovo farmaco, che ancora non ha affrontato questioni di sicurezza e di tollerabilità, possa danneggiare il mercato di Shire nel campo dell’emofilia non è realistica – ha detto Ornskov – Mi devo concentrare sulla costruzione di un business perché al di fuori degli Stati Uniti c’è una crescita significativa. Per quanto riguarda Lialda, che realizza vendite per 800 milioni di dollari all’anno, avrà ancora una quota di mercato significativa, perché altri produttori di generici non possono ottenere approvazioni in tempi brevissimi”.

Fonte: Reuters Health News

(Versione italiana per Daily Health Industry)

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